domenica 14 aprile 2024
Si parla del #Vesuvio
mercoledì 10 aprile 2024
Sabato 13 aprile 2024 | Biblioteca di Villa Bruno | Parole e Musica in Terra Vulcanica - Incontri tra letteratura, poesia, arte e musica - Gloria Vocaturo - “Iskra”
Torre del Greco Plastic Free
Torre Plastic Free: è uno dei punti contenuti all'interno delle linee programmatiche dell'amministrazione votate dal consiglio comunale lo scorso 7 novembre. Sulla scorta di questo, dopo l'iniziativa del "bicchiere intelligente" dello scorso dicembre (nella foto), nei giorni scorsi la giunta guidata dal sindaco Luigi Mennella ha licenziato, su proposta dell'assessore alla transizione ecologica Laura Vitiello, una delibera con la quale è stato approvato il protocollo d'intesa che l'ente firmerà con l'associazione di volontariato Plastic Free.
Firmato il protocollo con l'ente, l'associazione proporrà sul territorio “appuntamenti di pulizia ambientale per la rimozione dalla natura di plastica e rifiuti non pericolosi; appuntamenti di sensibilizzazione ambientale nelle scuole e nelle università; sensibilizzazione online geolocalizzata sul territorio attraverso i social network; informazione e sensibilizzazione attraverso stand; attività di salvaguardia del territorio attraverso segnalazioni di abbandoni illeciti di rifiuti”.
“Il protocollo – spiega l'assessore Laura Vitiello – è volto a semplificare i passaggi burocratici tra le parti, per permettere all'associazione Plastic Free un'agevole organizzazione delle attività di volontariato sul territorio. Un impegno mirato a creare un canale di comunicazione diretto tra le parti, per l'organizzazione di appuntamenti di pulizia ambientale. Tutte attività prodromiche al percorso verso il riconoscimento di Torre del Greco come Comune Plastic Free”.
Torre del Greco | Premio di Poesia Fratelli De Filippo | 13 aprile 2024 - Casa Rossa
È tutto pronto per la cerimonia di premiazione della settima edizione del premio internazionale di poesia “Fratelli De Filippo”, promosso dall’associazione Bricolage, guidata da Salvatore De Chiara. Un’edizione molto importante questa, in quanto la giuria chiamata ad attribuire i riconoscimenti nelle tre categorie in gara (italiano, lingua napoletano, altro dialetto) è stata letteralmente subissata di scritti provenienti da tutta Italia e perfino dall’estero.
Un lavoro gravoso ma estremamente entusiasmante quello che ha visto protagonisti i giurati e che avrà la sua naturale conclusione sabato 13 aprile, quando alle ore 16.30 è in programma nelle sale della Casa Rossa di via Mortelle la cerimonia conclusiva.
L'iniziativa, che gode del patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Campania, del Comune di Torre del Greco e della Fondazione Eduardo De Filippo, vivrà oltre che sul momento dedicato alla premiazione dei poeti vincitori e a quello relativo alle menzioni speciali, anche sull’attribuzione di riconoscimenti a persone che si sono particolarmente distinte nel campo della cultura e della solidarietà sociale.
Saranno infine conferiti una trentina di premi alla carriera ad attori ed artisti del mondo del cinema, del teatro e dello spettacolo, tra i quali - solo per fare qualche nome - ci saranno Ernesto Mahieux, Tommaso Bianco, Gigi De Luca e Marta Bifano.
Alla serata, condotta da Salvatore Perillo e Ilaria Bussola, con letture affidate ad Arianna Bottigliero e Luigi Basco e accompagnamento alla chitarra di Ciro Cirillo, interverranno Luisa De Filippo, figlia di Luca, e la storica Maria Procino, che si occupa del patrimonio artistico di Eduardo De Filippo e Francesco Rosi. Comunicato stampa
sabato 6 aprile 2024
Torre del Greco "Il rinascimento culturale attraverso il nuovo Grand Tour" | Sala parrocchiale del SS. Crocifisso
La partecipazione dell'Ente Parco Nazionale del Vesuvio al National Meet Forum 2024
La partecipazione dell'Ente Parco Nazionale del Vesuvio al National Meet Forum 2024, presso il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa (Napoli) - Fondazione FS, con la presenza del Ministro del Turismo Daniela Santanchè.
giovedì 4 aprile 2024
Pompei: un nuovo percorso di visita, al termine degli interventi di manutenzione e valorizzazione
Dall’ingresso di Piazza Anfiteatro, attraversando il tratto di passeggiata nel verde costeggiato dalle antiche tombe della necropoli di Porta Nocera, si giunge a un luogo unico che, come altri simili a Pompei, è pregno di sacralità e compassione. Si tratta dell’area espositiva di alcuni calchi di vittime dell’eruzione, rinvenute in prossimità della antica Porta di Nocera.
Il gruppo di calchi, al termine delle operazioni di manutenzione e restauro, sono nuovamente fruibili grazie agli interventi di adeguamento e valorizzazione del percorso di visita che consente di avvicinarsi fino all’area espositiva. Da qui è possibile contemplare i dettagli di quelle che, solo apparentemente sono forme in gesso, ma che a uno sguardo attento corrispondono a come lo scrittore Luigi Settembrini nell’800 più propriamente li descrisse: “Sono morti da diciotto secoli, ma sono creature umane che si vedono nella loro agonia. Lì non è arte, non è imitazione; ma sono le loro ossa, le reliquie della loro carne e de’ loro panni mescolati col gesso: è il dolore della morte che riacquista corpo e figura..”
L’area di Porta Nocera, con la sua necropoli, si sviluppa al di fuori del circuito murario, a sud ovest dell’antica città di Pompei. La porta urbica si apriva in direzione dell’antica città di Nuceria (dove oggi sorgono gli attuali comuni di Nocera Inferiore e Nocera Superiore).
Tutta l’area fu portata alla luce nell’ambito degli scavi condotti nel maggio del 1952, dall’allora direttore degli scavi Amedeo Maiuri nell’ambito di un programma ben più un ampio che aveva l’obiettivo di liberare l’intera cinta muraria da gran parte della terra di riporto che ancora la ricopriva.
Nell’autunno del 1956, durante la sistemazione dei fronti di scavo, nell’area tra la via delle tombe e le mura della città, furono rinvenuti, nel settore nord-occidentale, un gruppo di quattro vittime e i resti di una struttura per muliones (mulattieri).
Come da prassi già ordinaria al tempo, di tali vittime furono realizzati i calchi, secondo la tecnica messa a punto dall’archeologo Giuseppe Fiorelli nell’800. Il metodo, tuttora utilizzato, consiste nel colare gesso liquido nelle cavità rinvenute nel banco di cenere indurita, laddove gli archeologi individuano dei vuoti causati dalla decomposizione delle parti molli organiche. Una volta asciugatosi il gesso, vengono restituiti come uno stampo il volume, la forma e la posizione dell’oggetto o del corpo ivi sepolti.
Dei 4 calchi delle vittime, solo uno giace nella posizione originale di rinvenimento. Si tratta di un uomo adulto, alto ca. 1,80 m in posizione prona con le gambe divaricate, coperto sulla parte posteriore da una tunica. Il calco fu lasciato nella sua posizione originaria direttamente sul lapillo. Altre due vittime furono trovate poco lontano, tra porta Nocera e la torre II della fortificazione: un adolescente steso sul fianco sinistro, le gambe piegate in avanti con tracce di tunica sulla schiena e sull’addome e delle suole dei sandali; e un adulto riverso sul fianco destro con braccia e gambe piegate, tracce della tunica e della suola del sandalo sinistro.
L’ultimo calco di questo gruppo era un ragazzo di età compresa tra i 7 e i 19 anni, inizialmente interpretato da Maiuri come un uomo anziano, adagiato sul fianco destro, che conserva l’impronta di un tessuto sottile sul mento, mentre ai piedi indossava sandali con lacci. Le tracce nel calco di un bastone, di una ciotola di legno e di una bisaccia, leggibile in un rigonfiamento sul lato sinistro della vittima, hanno fatto pensare che si trattasse di un mendicante.
“I calchi delle vittime ci fanno vedere l'agonia di persone morte durante l'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., qualche decennio dopo i fatti che commemoriamo in questi giorni della Pasqua. – aggiunge il Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel - Sono un invito a ricordarci che al di là delle uova di cioccolato che troviamo in ogni colore e grandezza nei supermercati, c'è una storia di uomini e donne che ci è stata tramandata, e che Pompei ci può aiutare a comprendere quel mondo in cui molti elementi della nostra cultura affondano le loro radici, non ultimo il cristianesimo. A Pompei, in realtà, le testimonianze della nuova fede sono poche e non univoche, ma la città ci offre un'immagine della vita dei ceti meno abbienti di cui parlano spesso anche i Vangeli. Uno dei calchi di Porta Nocera, di cui una copia è esposta nella mostra "L'altra Pompei" attualmente in corso nella Palestra Grande, è stato interpretato da Maiuri come un viandante, un mendicante con un bastone e una bisaccia, che secondo le ultime analisi doveva essere di giovane età."
Gli interventi di manutenzione e cura del gruppo di calchi di Porta Nocera hanno mirato a rendere l’area espositiva fruibile al pubblico per una nuova valorizzazione di uno degli allestimenti storici realizzati dal Maiuri. Le attività hanno in particolare riguardato la creazione di un accesso sicuro al sito, un riallestimento dello spazio espositivo con l’inserimento di nuove balaustre in ferro e l’alleggerimento dei pannelli di protezione esistenti eliminando le grate che costituivano una limitazione visiva delle opere, dei pannelli è stato lasciato solamente il telaio metallico adattato all’alloggiamento di nuovi elementi vetrati, ultra-chiari e di sicurezza, per una migliore percezione dell’insieme e dei dettagli dei corpi, fino alla manutenzione delle coperture esistenti.
Una particolare attenzione è stata dedicata ai calchi in gesso che risultavano fortemente compromessi dal peculiare luogo di esposizione; il contatto diretto con lo strato di terreno di giacitura, primaria in un caso e secondaria negli altri, aveva causato fenomeni diffusi di deterioramento imputabili all’umidità ascensionale. È stato quindi eseguito un intervento conservativo finalizzato ad isolare il manufatto, evitandone il contatto diretto con il sottostante terreno tramite un’operazione complessa di inserimento di un interposto un pannello alveolare in alluminio di isolamento tra il manufatto e il suo strato di giacitura. Anche in questo caso, la manutenzione si configura come un atto dovuto di cura costante per la risoluzione di problematiche conservative insite di un contesto archeologico. metronapoli.it
mercoledì 20 marzo 2024
Trecase | 24 marzo 2024 - «L’uomo» drammatizzazione della Passione di Cristo
Guerre, morti a largo del Mediterraneo, distruzione, disumanità, omicidi tra le mura domestiche, povertà, fame. La Passione di Cristo rivive ogni giorno, da oltre due millenni, nella croce che continua a portare l’uomo in un mondo in cui non c’è giustizia, carità, pace.
La Pasqua è tra i momenti della religione Cristiana che più inducono alla riflessione dell’uomo sull’umanità. Su questa linea il Comune di Trecase presenta, domenica 24 marzo alle 19.30, uno straordinario evento intriso di cultura, arte e riflessione filosofico-religiosa. «L’uomo» è la drammatizzazione della Passione di Cristo, una rappresentazione teatrale con lampi cinematografici in cui si sovrappone l’uomo moderno al Figlio di Dio che fu crocifisso per gli esseri umani, ma il cui sacrificio ancora sembra essere vano.
Lo spettacolo sperimentale si terrà nella Villa Filippone, nell’omonima traversa a Trecase, ed ha la direzione artistica di Onofrio Brancaccio, esperto di comunicazione e regista Rai.
Lo spettacolo rientra nel cartellone «Eventi metropolitani 2023/2024» voluto ed organizzato dall' Amministrazione Comunale di Trecase, guidata dal Sindaco Raffaele De Luca e con il patrocinio ed il contributo della Città Metropolitana di Napoli .
Un fitto calendario di eventi di alta qualità che hanno preso il via con le manifestazioni di Natale e si concluderanno a settembre 2024.
L’opera nella sua totalità sarà diretta da Brancaccio che ha scritto insieme a tre importanti realtà teatrali del territorio, i cui registi sono Ignazio Panariello, Ludovico Molinari e Tommaso Oropallo, che a loro volta cureranno la messa in scena dei “quadri” da rappresentare. Inoltre, la direzione artistico-culturale ha collaborato con il clero, in particolare con don Antonio Ascione del Santuario di Santa Maria delle Grazie e San Gennaro e don Francesco Pinto della parrocchia di Sant’Antonio da Padova, per rispettare nella narrazione l’assunto teologico.
Lo spettacolo della Domenica delle Palme è strutturato su quattro quadri che si muoveranno estemporaneamente, con attori in abiti d’epoca collocati su quattro palchi. Nella rappresentazione, tra passato e futuro, emergeranno riferimenti ai bambini della Striscia di Gaza, alle mamme che hanno visto morire a mare i propri figli mentre venivano aiutate dalle Ong, ai siriani e libici in fuga dalla guerra. Alla popolazione Ucraina duramente colpita dalla guerra con la potente Russia.
Il dramma dell’umanità odierna a confronto con la Passione e la crocifissione di Cristo tra tradimenti, interesse, devastazione. Un momento di alto spessore artistico, ma anche un’alternativa per vivere la preparazione alla Pasqua ponendosi molte domande su dove stia andando l’umanità.
La manifestazione, realizzata anche con il supporto di Teresa Matrone, assessore alla Cultura di Trecase, si avvarrà anche della collaborazione di tante associazioni di volontariato del territorio che si occuperanno della sicurezza e della logistica dell’evento. « Questo evento- ha detto il direttore artistico Onofrio Brancaccio- è stato realizzato coinvolgendo le numerose realtà importanti del territorio che si occupano di fare cultura e sociale, coinvolgendo bambini e adulti in iniziative di grande qualità. Così, grazie al Sindaco Raffaele De Luca e all' Amministrazione Comunale Comunale abbiamo portato sul nostro territorio una rappresentazione nuova della Passione che avesse tanti collegamenti con l’attualità. Ricerca e sperimentazione, anche con la fusione di stili espressivi, che caratterizzano tutto il cartellone di Eventi Metropolitani».
«Un evento di straordinaria importanza - sottolinea il sindaco di Trecase, Raffaele De Luca- un unicum nel suo genere, che coinvolge l'intera Comunità cittadina e che sarà rappresentato ai piedi di una delle storiche ville di Trecase. Un "percorso" dove l'arte è la cultura, si esaltano nei contenuti dei quadri con momenti di straordinaria emozione e commozione. Ringrazio i parroci e le comunità parrocchiali, le associazioni teatrali e di volontariato, le donne e gli uomini tutti per la preziosa collaborazione.
lunedì 18 marzo 2024
“Conoscere e vivere il Vesuvio – a 80 anni dall’ultima eruzione”.
In occasione dell’ottantesimo anniversario dell’ultima eruzione del Vesuvio del 18 marzo 1944, l’INGV - Osservatorio Vesuviano e il Dipartimento della Protezione Civile, insieme all’Ente Parco Nazionale del Vesuvio e alla Regione Campania, con la collaborazione dell’Ufficio scolastico regionale per la Campania e del Comune di Ercolano, organizzano la manifestazione “Conoscere e vivere il Vesuvio – a 80 anni dall’ultima eruzione”.
A chi si rivolge
Si rivolge a tutta la cittadinanza e alle classi terze delle scuole secondarie di primo grado della zona rossa, individuata dal Piano Nazionale di Protezione Civile per il Vesuvio.
Quando si svolge
La manifestazione si svolgerà il 17, 18 e 19 marzo 2024.
POSTI ESAURITI PER IL 17 MARZO 2024
La giornata del 17 marzo è aperta a tutti. Sono previste partenze scaglionate ogni ora a partire dalle 9:00 fino alle 15:00.
Le giornate del 18 e del 19 marzo sono dedicate alle classi terze delle scuole secondarie di primo grado. Sono previste partenze scaglionate ogni ora a partire dalle 9:00 fino alle 12:00.
Cosa offre
Sarà offerta la possibilità di riscoprire il territorio vesuviano, con la sua geodiversità e biodiversità, e promuovere le attività di protezione civile attraverso percorsi guidati che sviluppino la conoscenza del vulcano, della pericolosità dei fenomeni associati alla sua attività e della consapevolezza del rischio ad essi connesso.
Il programma delle giornate prevede la visita alla sede storica dell’Osservatorio Vesuviano, con proiezione di filmati e introduzione al Parco Nazionale del Vesuvio, e una escursione sulla colata di lava del 1944 lungo il sentiero n. 9 del Parco “Il Fiume di Lava”.
Come partecipare
E' necessario prenotarsi inviando una mail a museo.ov@ingv.it, indicando il numero di persone, il nome dell’istituto (per le scuole) o dell’associazione/gruppo privato, l’indirizzo e-mail e il numero di telefono di una persona di riferimento. Si accettano prenotazioni fino a esaurimento dei posti disponibili.