giovedì 24 marzo 2022

Percorsi Vesuviani, Storie e Luoghi. Carmine Alboretti - Francesco, e la cura della "casa comune"

L’ultimo regalo ai suoi amici e ai suoi lettori di Carmine Alboretti, il giornalista deceduto nel 2020. E’ uscito infatti, Francesco, la cura della "casa comune". Un’opera a cui il giornalista vesuviano, storico corrispondente di Metropolis, stava lavorando proprio nei giorni prima del suo addio. Ad annunciarlo, con un messaggio struggente sul suo profilo social, sua moglie Maria, che non ha mai smesso, insieme ai colleghi dell’Associazione giornalisti vesuviani, di ricordare l’impegno e il valore di un cronista di razza, colto e preparato, come Carmine Alboretti. “Quest’anno non è stato facile scegliere un libro da regalarti per il tuo compleanno….ma poi mi è stato tutto chiaro! È con infinito Amore che ti regalo il tuo ultimo lavoro; ho portato a termine ciò che tu avevi terminato poche ore prima…. È pronto ed io e Francesco siamo pronti per raccontare di te nelle imminenti presentazioni” il ricordo di Maria. A Carmine Alboretti è stata dedicata anche la sala della protezione civile del Comune di Trecase. Carmine, anche durante la prima ondata della pandemia, non si era mai risparmiato.
Carmine Alboretti.
Giornalista iscritto all'elenco professionisti, Alboretti era Presidente del Collegio Probiviri del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania. Ha scritto per Il Mattino, Metropolis, Lo Strillone, Torresette, Pagine Vesuviane (di cui era direttore), e numerose altre testate giornalistiche, ed è stato anche per anni vaticanista per il quotidiano romano “La Discussione”.
Studioso della dottrina francescana alla quale ha dedicato diversi saggi, Alboretti era cultore di Diritto pubblico dell'economia presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università Federico II, e nel 2017 ha vinto il premio "Francesco Landolfo".
Un progetto nato per valorizzare la partecipazione e la cittadinanza attiva, attraverso programmi di approfondimento, musica ed intrattenimento.
Cofinanziato dalla Regione Campania e dal Ministero del Lavoro

venerdì 18 marzo 2022

Percorsi Vesuviani, Storie e Luoghi. Mondo contadino e azione meridionalista. L'esperienza del Gruppo Rossi-Doria a Portici di Gilberto-Antonio Marselli

Mondo contadino e azione meridionalista convoca protagonisti e interpreti della storia economica e politica del nostro Paese. Mondo contadino e azione meridionalista getta uno sguardo esperto sulla criticità delle risorse. Mondo contadino e azione meridionalista guarda alla crisi: al plurale o al singolare, andando oltre ciò che appare. Alle radici, alla radice. 
Perché la ricerca sulle categoria invoca ingegno, pazienza e tempo. Destrezza: immersione nei contesti, salde e articolate strutture di pensiero. Perché la ricerca sui territori, abitati, vissuti e conosciuti, impone rigore. Interno a ciascuna disciplina. Perché la ricerca che sa crear valore richiede abilità a transitare. Oltre i confini delle discipline. Se ne consiglia la lettura a chi sa che per sapere occorre vivere, ascoltare e poi imparare. Se ne consiglia la lettura a chi crede che sia la gioventù la chiave per aprire le porte della sorte.
Mondo contadino e azione meridionalista. L'esperienza del Gruppo Rossi-Doria a Portici di Gilberto-Antonio Marselli (Autore) - Editoriale Scientifica, 2016
29 Gennaio 2017 - Il Gruppo di Portici e il Mezzogiorno nel ricordo di un protagonista. Nella premessa l’autore confida con estrema sincerità di essere stato per molto tempo interiormente combattuto e incerto se ignorare o addirittura distruggere le sue note accumulatesi in un periodo di intenso lavoro durato oltre mezzo secolo, oppure riordinare il materiale in suo possesso e di pubblicarlo. Non è chi non veda, dopo aver letto il preziosissimo libro Mondo contadino e azione meridionalista di Gilberto-Antonio Marselli, che la seconda opzione sia da considerare per noi davvero una straordinaria fortuna.
Pubblicato dalla Editoriale Scientifica (Napoli, 2016, pp. 375, E. 32) nella collana “punto org”, il volume ci propone, come spiega il sottotitolo, “l’esperienza del Gruppo Rossi-Doria a Portici”. Vale a dire il rigoroso e appassionato lavoro di studi accademici e di ricerche sul campo di un gruppo di studiosi che, sotto la guida illuminata del Maestro, si rivelò un’autentica fucina di idee e di progetti in materia di riforme e di politica agraria, nonché sul tema annoso del meridionalismo, al punto di diventare forza centripeta per sociologi, antropologi, psicologi ed economisti in Italia e nel mondo.
Marselli, testimone privilegiato e spesso protagonista degli eventi, fa scorrere davanti ai nostri occhi il lungo corteo di studiosi stranieri, soprattutto americani, quali George Therune Peck, Edward C. Banfield, Donald Stephen Pitkin, Friedrich George Friedman, Olaf F. Larson e tanti altri, che giunsero a Portici grazie al programma di scambi culturali promosso dal Senatore J. William Fulbright nell’ambito del Piano Marshall e sull’onda del vasto e forte clamore suscitato negli Stati Uniti dal libro Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi. Essi da un lato scoprirono e adottarono le metodologie di lavoro multidisciplinari istituite da Manlio Rossi-Doria, dall’altro apportarono il contributo arricchente delle loro esperienze maturate nelle diverse Università europee e americane e realizzarono importanti indagini sociologiche sulle comunità rurali della Basilicata e di altre regioni meridionali.

sabato 12 marzo 2022

Percorsi Vesuviani, Storie e Luoghi. (Turismo e attività produttive) - Riserva Forestale Tirone-Alto Vesuvio

A partire dal 12 marzo e fino al 31 dicembre 2022, riapre al pubblico il sentiero n. 4 “Attraverso la Riserva Tirone”, per due giorni settimanali, sabato e domenica, dalle ore 9:00 alle ore 16:30 (ultimo ingresso ore 15:30). Sul sentiero saranno presenti le Guide del Parco Nazionale del Vesuvio. L'accesso, dal cancello della Via Vesuvio, è gratuito e non è al momento necessaria la prenotazione.
Il tracciato, ampio e prevalentemente pianeggiante, si sviluppa all'interno della Riserva Forestale Tirone-Alto Vesuvio, che si estende su un'area di circa 1.000 ettari.
Superato il cancello di ingresso ci sì immerge subito in un fitto bosco di pino domestico, frutto delle opere di rimboschimento realizzate dal Corpo Forestale dello Stato per consolidare gli instabili pendii vesuviani.
Sui muretti a secco in pietra lavica che fiancheggiano il sentiero è facile riconoscere l'ombelico di Venere, una pianta erbacea che deve il curioso nome alle peculiari foglie carnose, rotonde e con un incavo centrale. In primavera nel sottobosco fioriscono diverse specie di orchidee selvatiche, tra le più belle sì distinguono Orchis Serapias cordiera, dai fiori rosso cremisi, ed Orchis morio, con fiori variabili dal bianco al viola-purpureo. Il folto sottobosco include la fusaggine e lo smilace insieme ad altre specie tipiche della flora mediterranea come lentisco, mirto, alloro, fillirea, rosmarino. Il leccio, una quercia sempreverde autoctona, sì fa largo spazio tra le pinete della riserva.
Molteplici sono le specie animali che popolano questi boschi: tra i rettili spicca il raro saettane o colubro di Esculapio, un grosso ed innocuo serpente con livrea bruno-giallo lucente. Superato il Piano delle Ginestre il sentiero sale debolmente, fino a raggiungere la località Baracche Forestali, dove la casa della fattucchiera disneyiana Amelia rappresenta la meta ravvicinata. Si procede lungo il sentiero, senza deviare a sinistra, fino a raggiungere il tratto più suggestivo dell'itinerario, che propone l'alternanza continua di spazi ombreggiati e spazi aperti, con ampi scorci sul mare azzurro del Golfo di Napoli e sulle brulle pendici del maestoso Gran Cono. Un affaccio panoramico su un braccio secondario della colata lavica del 1944, rappresenta la meta intermedia. Proseguendo si raggiunge l'antica Strada Matrone (sentiero n.6), da cui si riprende il cammino in senso inverso. Sulla via del ritorno, dopo circa 2,3 Km si perviene ad un bivio e si sale a destra per poter ammirare ancora la colata lavica del '44. Da qui si compie a ritroso un breve tratto, scendendo poi a destra al primo bivio fino a rincontrare le Baracche Forestali e far ritorno al cancello d'ingresso, che rappresenta la meta intermedia. Il sentiero offre anche una piacevole variante, che dalla colata lavica procede fino alla recinzione di un ristorante, cui si diparte un tracciato che, ripercorrendo il vecchio percorso del trenino a cremagliera, risale dolcemente sino all'area dell'ex funicolare; raggiunta la via asfaltata si svolta a sinistra per approdare ad un bel piazzale panoramico con punto ristoro. www.parconazionaledelvesuvio.it
Per informazioni: sentiero4@epnv.it
Vesuvio AIRAV

Percorsi Vesuviani, Storie e Luoghi. (Turismo e attività produttive). Boscoreale - Museo del Parco Nazionale del Vesuvio.

Un'opera attesa 25 anni e che finalmente è a disposizione di tutti, anche dei bambini. Si tratta del Museo del Parco Nazionale del Vesuvio a Boscoreale: un tassello importante si aggiunge al grande mosaico artistico e culturale del territorio. Il Museo prende vita nel quartiere Piano Napoli di Boscoreale, non molto distante da Villa Regina e adiacente all'Antiquarium di Pompei. Un progetto attesissimo, fortemente voluto e appoggiato dalla Regione Campania. E' da un complesso di edifici: un Polo Espositivo, un Auditorium e un'Arena all'aperto. Il Polo Espositivo ospita il Museo del Parco Nazionale del Vesuvio e un Centro Multimediale, oltre ad un bookshop e alla sede operativa del Reparto Carabinieri Parco di Boscoreale.
II Museo del Parco, composto da tre grandi sale collegate da due brevi corridoi, è allestito con pannelli illustrativi, apparecchiature multimediali, teche espositive, diorami, video e giochi interattivi, secondo un filo conduttore che è la descrizione del suolo vesuviano a partire dalla roccia madre, generata dagli eventi vulcanici; degli eventi che ne generano la trasformazione in humus, del suo legame con l'ambiente vegetale, animale, e con l'uomo. Fanno parte di questo allestimento anche quattro aiuole, che rappresentano alcuni tra i principali sistemi ambientali vesuviani.
Il Centro Multimediale comprende quattro ambienti, entro i quali si snoda un percorso fatto di pannelli ed installazioni multimediali, in parte interattive, che descrivono alcuni aspetti della vita ed dell'alimentazione nell'area vesuviana prima del 79 d.C. L'Auditorium ha una superficie complessiva di circa 1.300 mq, con una platea capace di ospitare 324 spettatori. Il Comune, nell'ambito dell'allestimento del Centro Multimediale, ha previsto nell'Auditorium la proiezione di un filmato della durata di circa 25 minuti, dal titolo "Pompei Storie nella Storia" in cui, sullo sfondo di una ricostruzione virtuale della Pompei antica, alcuni personaggi raccontano gli ultimi attimi di vita prima dell'eruzione del 79 d.C.
L'Arena Scoperta, posta tra l'Auditorium e il Polo Espositivo, può ospitare fino a 350 spettatori, ed è anche attrezzata con un proiettore e uno schermo motorizzato per proiezioni serali.
Vesuvio AIRAV

venerdì 11 marzo 2022

Percorsi Vesuviani, Storie e Luoghi. TRECASE (Turismo e attività produttive). Cantina del Vesuvio Winery.

 
Cantina del Vesuvio
Produzione e degustazioni di Lacryma Christi
C'è la terra: il Vesuvio, il terreno lavico, 16 ettari di vigna.
C'è l'uomo: Maurizio Russo, erede di una tradizione vinicola di famiglia.
C'è il lavoro: dal 1948 un impegno quotidiano per creare un luogo 
dove la produzione del vino biologico si unisce all'accoglienza. 
Poche bottiglie, tutte di qualità, vendute direttamente in cantina.
È il 1948, l'Italia si sta riprendendo dalla seconda Guerra Mondiale e Giovanni Russo decide di fondare una piccola azienda vinicola a Trecase, sulle falde del Vesuvio.
All'epoca il vino si trasportava a Napoli a bordo di carri trainati da cavalli e là si svolgeva la "trafeca": la trattativa tra piccoli produttori e negozianti che rivendevano il vino in città.
Il figlio di Giovanni, Maurizio, inizia ben presto ad aiutare il padre nella sua attività cominciando la gavetta come operaio.
Diciotto anni fa la svolta: Maurizio decide di aprire alle visite guidate dei turisti che cominciavano a chiedere di visitare le cantine, a migliorare la qualità e a limitare la distribuzione vendendo il vino solo direttamente.
Lacryma Christi DOC
Il Lacryma Christi è il vino prodotto con le uve auctone del Vesuvio, conosciuto già ai tempi degli antichi Romani. Le prime testimonianze della coltivazione dell'uva sul Vesuvio risalgono, infatti, al V secolo a.C.
I vigneti e il terreno
I vitigni che si arrampicano sulle falde del Vesuvio discendono direttamente dagli Aminei della Tessaglia, portati qui dai Greci che nel V secolo a.C. arrivarono in queste terre.
Le radici affondano nel terreno lavico, scuro e poroso. Questo terreno non necessita di essere innaffiato in quanto trattiene l'umidità per poi rilasciarla.
Le uve
Caprettone per il Lacryma Christi Bianco.
Piedirosso (Per e Palumm) per il Lacryma Christi Rosato e Rosso.
Via Panoramica 15 - 80040 Trecase (NA) Italy
LINK:

giovedì 3 marzo 2022

Percorsi Vesuviani, Storie e Luoghi. ORESTE PIPOLO, FOTOGRAFO DI MATRIMONI di Matteo Garrone

ORESTE PIPOLO, FOTOGRAFO DI MATRIMONI di Matteo Garrone
"Un film sul lavoro di Oreste Pipolo, fotografo. Ma non solo, si indaga in una rete di significati molto più profondi. Perché a Napoli il matrimonio è rappresentazione scenica dei significati della famiglia, che è il legame portante di un'intera società. A Napoli tutto passa attraverso la famiglia: valori e identità di gruppo, ma anche lavoro, status sociale, protezione sociale e fisica, controllo morale. Il matrimonio deve rappresentare tutto questo sul palcoscenico della festa. In questa rappresentazione un ruolo centrale è affidato al fotografo, colui che prepara la scena e poi la fissa perché resti nella memoria. Egli è il regista" (M. Garrone).
Matteo Garrone (Roma, 1968), figlio d’arte, lavora come aiuto operatore e nel 1996 passa alla regia con il cortometraggio Silhouette, che vince il Sacher d’oro e confluisce poi in Terra di mezzo. Dopo una serie di documentari, nel 1998 realizza Ospiti, un’altra storia di immigrazione che viene premiata a Venezia, cui fa seguito Estate romana (2000), giocato più sui toni della commedia. Il successo di critica arriva con L’imbalsamatore (2002), che vince il David di Donatello per la migliore sceneggiatura, e Primo amore (2004), entrambi storie di amori ossessivi e distruttivi. La consacrazione avviene però con Gomorra (2008), ispirato al romanzo di Roberto Saviano e vincitore del Grand Prix al Festival di Cannes, e Reality (2012), anch’esso premiato con il Grand Prix a Cannes. www.torinofilmfest.org - ORESTE PIPOLO, FOTOGRAFO DI MATRIMONI
Regia: Matteo Garrone.
Soggetto: Carlo Cresto-Dina.
Musica: Banda Osiris.
Montaggio: Marco Spoletini.
Produzione: RAI Cinemafiction.

martedì 1 marzo 2022

Percorsi Vesuviani, Storie e Luoghi. (Turismo e attività produttive). La Villa dei Papiri, Ercolano

La Villa dei Papiri, conosciuta anche con il nome di Villa dei Pisoni, è una villa di epoca romana, sepolta durante l'eruzione del Vesuvio del 79 e ritrovata a seguito degli scavi archeologici dell'antica Ercolano: è così chiamata poiché al suo interno conservava una biblioteca con oltre milleottocento papiri.
La costruzione della Villa dei Papiri avvenne tra il 60 ed il 50 a.C. ed appartenne con molta probabilità a Lucio Calpurnio Pisone Cesonino, suocero di Gaio Giulio Cesare, nonché protettore del filosofo Filodemo di Gadara, le cui opere erano conservate all'interno della dimora; secondo altri archeologi, il proprietario potrebbe essere stato il figlio, Lucio Calpurnio Pisone Pontefice, o Appio Claudio Pulcro.. Con il terremoto di Pompei del 62, così come altri edifici di Ercolano, anche la Villa dei Papiri rimase fortemente danneggiata e tale evento impose lavori di ristrutturazione e rifacimento delle decorazioni: tuttavia quando l'opera non era ancora completata, come dimostrano i cumuli di calce e colori ritrovati, l'area fu soggetta all'eruzione del Vesuvio del 79 e la villa sommersa da una colata di fango; in seguito, nel 1631, un'ennesima eruzione coprì la zona sotto uno spesso strato di lava: tra la villa e la superficie erano depositati dai venticinque ai trenta metri di materiale piroclastico.
Ritrovata per caso durante la costruzione di un pozzo, le prime indagini, tramite cunicoli, partirono nel 1750 sotto la direzione di Roque Joaquín de Alcubierre, presto affiancato da Karl Weber: fu quest'ultimo a realizzare le uniche piante dell'edificio, di cui una redatta nel 1751, la quale riportava la zona del belvedere, ed un'altra nel 1754, poi rivista nel 1764, dove, con notevole precisione, venivano illustrati tutti gli ambienti esplorati, i cunicoli realizzati, le indagini ed i reperti ritrovati; fu proprio su quest'ultima pianta che Jean Paul Getty costruì a Malibù una riproduzione della villa, a grandezza naturale, utilizzata prima come abitazione privata e poi come museo a lui dedicato. La prima fase di scavi si concluse nel 1761, riportando alla luce non solo affreschi e pavimenti, ma anche un gran numero di statue e circa duemila rotoli di papiri, precisamente rinvenuti il 19 ottobre 1752; un'ulteriore, breve, campagna di indagini si ebbe tra il 1764 ed il 1765 con la partecipazione di Francisco la Vega e Camillo Paderni: in seguito, a causa delle esalazioni tossiche di mofete, vennero chiusi tutti i pozzi di aerazione ed i cunicoli.
La Villa dei Papiri sorgeva a strapiombo sul mare, su quella che era la linea di costa prima dell'eruzione e seppellita sotto una coltre di detriti vulcanici di circa trenta metri; ha una lunghezza di oltre duecentocinquanta metri, si alza su tre livelli ed ha una struttura a forma di quadrato, a sua volta divisa in quattro quadrati, dove quelli meridionali erano adibiti ai servizi, come alloggi, latrine e deposito dei papiri, mentre quelli settentrionali alla zona residenziale e ludica. La basis villae, intonacata in bianco, ha una lunghezza di circa venticinque metri, ma non è stata riportata completamente alla luce nella sua altezza ed è caratterizzata da finestroni, di cui quattro sormontati da oculi strambati: le finestre inoltre erano provviste di battenti in legno con cerniere. È inoltre possibile scorgere all'interno di una di esse un ambiente parzialmente esplorato, del quale non è stato ancora raggiunto il piano di calpestio, decorato nella volta con tralci di vite e quadretti di amorini e animali marini, mentre nella parete di fondo, in rosso, un amorino e delle ghirlande: si notano inoltre degli architravi in legno, segno di aperture che conducono ad ambienti ancora non esplorati. LINK wikipedia.org - Villa dei Papiri
  1. Sito web ercolano.beniculturali.it
  2. www.beniculturali.it - Parco archeologico di Ercolano - Villa dei Papiri

sabato 26 febbraio 2022

Percorsi Vesuviani, Storie e Luoghi. (Turismo e attività produttive). "Award of European Charter for Sustainable Tourism in Protected Areas",

Il 28 gennaio 2022, Michael Hošek, Presidente di EUROPARC Federation, ha comunicato all'Ente Parco Nazionale del Vesuvio l'attribuzione dell'ambito riconoscimento "Award of European Charter for Sustainable Tourism in Protected Areas", la Carta Europea per il Turismo Sostenibile (CETS) nelle Aree Protette - per il quinquennio 2021-2025.
La Carta Europea per il Turismo Sostenibile rappresenta il punto di arrivo di un processo partecipato, promosso dall'Ente Parco Nazionale del Vesuvio, che ha coinvolto numerosi operatori del turismo del territorio, rappresentati in forma aggregata, che si sono di volta in volta confrontati in un Forum per mettere a punto la strategia di sviluppo e un piano di azioni per i prossimi cinque anni.
Al Forum per il turismo sostenibile organizzato dall'Ente parco hanno aderito preliminarmente una serie di soggetti aggregati o rappresentanti degli operatori del settore dell'ospitalità, delle aziende agricole, dei consorzi di valorizzazione, delle imprese artigiane, delle maggiori associazioni ambientaliste e del territorio, delle associazioni di categoria, di AIGAE, Gal, Scabec, MAV, Ente Ville Vesuviane e altri ancora.
Con questi operatori, nonostante le problematiche della pandemia e le restrizioni dettate dalla emergenza Covid-19, si sono tenuti numerosi incontri, nei quali si sono raccolte le opinioni esperte dei portatori d'interesse riguardo a punti di forza e di debolezza del territorio, le caratteristiche del turismo nell'area vesuviana e le esigenze dei turisti nell'ambito di un mercato che varia molto rapidamente e in maniera intensa.
Sulla base di queste informazioni, il Forum, coordinato dall'Ente parco con il supporto di Federparchi, ha individuato in maniera collegiale gli obiettivi chiave della Strategia, ed ha definito il Piano delle Azioni, per la candidatura del Parco Nazionale del Vesuvio al riconoscimento della CETS.
Il Comitato di Valutazione di Europarc, dopo un'accurata attività di auditing, ha espresso un parere positivo, nel quale si è congratulato ed ha commentato favorevolmente il vasto numero di azioni e progetti avviati e da avviare dall'Ente parco e nel parco per i prossimi anni, in materia di turismo. Positiva è stata anche la valutazione delle strategie messe in campo per il rilancio delle attività legate al turismo e gli sforzi fatti per gestire i flussi turistici, in chiave di ecosostenibilità, anche in questa fase di emergenza.
Apprezzamenti sono sati espressi dal Comitato di Valutazione anche per l'importante lavoro svolto dagli uffici dell'Ente Parco Nazionale del Vesuvio e dagli esperti della Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali (Federparchi). www.parks.it - Il Parco del Vesuvio ottiene la Carta Europea del Turismo Sostenibile
"Esprimo la mia soddisfazione per il traguardo raggiunto dal Parco Nazionale del Vesuvio - dichiara Giampiero Sammuri, Presidente Federparchi, Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali - territorio di eccellenze naturalistiche e caratterizzato dalla unicità del suo vulcano. Federparchi - aggiunge il Presidente Sammuri - da anni è impegnata nel supporto per la diffusione nelle aree protette della Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS) promossa da Europarc Federation, di cui Federparchi è la sezione italiana. Si tratta di una prestigiosa certificazione internazionale che, in base a rigorosi standard e ad un percorso complesso e impegnativo, attesta la qualità dell'offerta turistica nei parchi italiani. Con la CETS il parco del Vesuvio compie un ulteriore passo avanti all'insegna della sostenibilità."
"Con il percorso intrapreso con la Carta Europea del Turismo Sostenibile – spiega il presidente del Parco Nazionale del Vesuvio, Agostino Casillo - d'intesa con gli operatori del territorio, abbiamo inteso mettere a sistema le diverse iniziative avviate e da avviare per la promozione di un turismo rispettoso dell'ambiente, come quelle del Grande Progetto Vesuvio. La CETS – prosegue Casillo - è una metodologia di lavoro basata sul confronto costante con gli operatori e vuole rappresentare una maggiore condivisione delle scelte strategiche, tese a migliorare l'efficacia delle soluzioni identificate e a integrare il numero e la tipologia delle iniziative, sempre con un occhio alla eco-sostenibilità dei processi. Siamo convinti che la stretta collaborazione con gli operatori del territorio rappresentati nel Forum sia lo strumento efficace per fare rete, integrare l'offerta turistica e avviare i processi virtuosi dell'economia circolare. Ci attendono 5 anni - conclude il presidente - per attuare le 10 Azioni previste dal Piano della Carta Europea del Turismo Sostenibile e c'è molto da fare, a partire dall'allargamento del Forum ad un numero sempre maggiore di soggetti, sempre più rappresentativo".
"Con il Forum – racconta il Direttore del Parco Nazionale del Vesuvio, Stefano Donati - abbiamo messo a fuoco che, fino ad oggi, il turismo ha caratterizzato lo sviluppo economico dell'area del Parco in maniera poco equilibrata, interessando in modo significativo solo aree ristrette del territorio e un numero molto esiguo di operatori. Ne è un esempio emblematico – spiega Donati - la visita al cratere del Vesuvio, che rappresenta certamente un'attrattiva unica, ma finora è stata promossa come episodio a sé stante e non come traino, come elemento centrale di proposte integrate e funzionali a una fruizione più ampia del territorio". "L'area vesuviana - prosegue il direttore del parco - possiede una notevole ricchezza e varietà di risorse naturalistiche, storiche, culturali ed enogastronomiche, in grado di fungere da attrattori per differenti tipologie di visitatori lungo tutto il corso dell'anno. L'azione di coordinamento tra Ente Parco e operatori che si realizzerà attraverso la Carta sarà utile a mettere a sistema i valori ed i punti di forza di tutto il territorio nel suo complesso, innovando il modello di gestione del turismo, rendendolo multi-stagionale e costruendo sinergie, sia all'interno del proprio territorio, che con soggetti "turisticamente maturi" ad esso limitrofi".

venerdì 25 febbraio 2022

Percorsi Vesuviani, Storie e Luoghi. (Turismo e attività produttive). Co-Marketing - creare valore con la sinergia

Il termine co-marketing (abbreviativo della definizione inglese cooperative marketing) chiamato anche marketing partnership, partnering commerciale o in modo più specifico co-branding, definisce una collaborazione tra attori di qualsivoglia natura (individui, enti, imprese, ecc.) sotto forma di accordo di investimento congiunto riguardante una o più variabili di marketing.
Il co-marketing comprende attività di collaborazione con la finalità di ottenere benefici nell'approccio al proprio mercato di riferimento utilizzando iniziative di marketing di tipo diverso; può capitare che una iniziativa di marketing si concentri maggiormente sulla negoziazione, un'altra si differenzi per il tipo di comunicazione, un'altra ancora per la sua regolamentazione giuridica. Ognuna di esse verrà presentata per i suoi caratteri distintivi, per gli attori che ne hanno preso parte, per le variabili di marketing sulle quali gli attori hanno investito.
Le iniziative possono essere circoscritte nel tempo ed in tal caso si possono definire come azioni tattiche, ma possono anche prevedere sviluppi nel tempo perché presentano effetti determinanti per il core business dei partner e per la loro strategia di lungo periodo. In tal caso possono essere definite come operazioni strategiche.
Si possono inoltre distinguere partnership verticali e partnership orizzontali. Nel primo caso si tratta di accordi miranti all'integrazione verticale delle imprese costituenti i vari anelli della catena del valore: dal produttore al distributore al consumatore finale e viceversa. Nel caso delle partnership di tipo orizzontale si tratta di accordi che si attuano tra attori dello stesso livello della catena del valore. Può trattarsi quindi di accordi tra imprese di settori diversi, ma tra le quali si possono stabilire sinergie basate sulle competenze e sui segmenti di clientela raggiunti. Allo stesso tempo può trattarsi di accordi tra imprese dello stesso settore che decidono di unire la forza commerciale ed affrontare il mercato con una strategia comune, almeno per alcuni comparti.
Le variabili coinvolte dalla cooperazione possono essere relative ad una o più delle 4P del Marketing:
  1. Il prodotto: nel caso in cui la cooperazione riguardi la creazione di nuovi prodotti o di innovazioni nei prodotti
  2. la promo-vendita: la promozione dei prodotti, dei servizi e dell'immagine sfruttando eventualmente i reciproci vantaggi competitivi, la messa in comune di alcuni canali commerciali;
  3. il mercato (place): l'acquisizione di nuovi clienti cooperando nella condivisione dell'esperienza e dei clienti
  4. il prezzo: l'integrazione della gamma di prodotti con altri di differente prezzo e caratteristiche;
  5. oppure esterne al marketing 
  6. come le risorse, con lo scopo di aumentare il potere contrattuale nei confronti dei fornitori, la ricerca di finanziamenti, la responsabilità ambientale, eccetera. LINK

giovedì 17 febbraio 2022

Percorsi Vesuviani, Storie e Luoghi. (Turismo e attività produttive). I Comuni che compongono il Gal Vesuvio Verde sono 7 dei 13 che compongono il parco del Vesuvio.

Il Gal prende il nome dall’omonimo Vesuvio ed occupa una posizione baricentrica e strategica per le comunicazioni dell’intero territorio. I Comuni che compongono il Gal sono 7 dei 13 che compongono il parco del Vesuvio, istituito nel 1995.
Il Gal si caratterizza quindi per un forte grado di urbanizzazione, a questo però sia ffiancano delle peculiarità naturalistiche che lo rendono un ottimo laboratorio in cui far cooperare uomo e natura(tanto che l’area è MAB UNESCO). Un aspetto fondamentale dell’ area è rappresentato dal suo assetto geomorfologico: da pulviscoli derivanti dalle diverse eruzioni degli ultimi 400.000 anni. Questo tipo di struttura demografica ha inciso e incide in modo rilevante sui sistemi sia economici che territoriali.
Fattori ambientali positivi.
La morfologia si presenta irregolare, priva ancora di un reticolo idrografico affermato. Alle quote più alte il mosaico ecologico è dominato dalla presenza di ecosistemi pionieri che colonizzano i depositi di ceneri e le colate laviche: distese a licheni, macchia, nuclei di leccio, pinete antropiche. I versanti bassi ospitano albicoccheti, orti arborati e colture serricole, all’interno di un paesaggio agrario che si fa via via, procedendo verso la costa, più frammentato ed intercluso da un tessuto urbano pervasivo e disordinato.
Sono presenti dei sistemi paesistici che possiedono caratteri omogenei, di conseguenza, essi presentano una struttura ecologica approssimativamente equivalente.Il paesaggio diviene, in questo modo, immediatamente leggibile e ci fornisce un’ immagine complessiva per la definizione delle diverse politiche di intervento.
L’area in cui ricade il Gal è parte integrante del Parco Nazionale del Vesuvio istituto nel 1995 e rientra anche nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità quindi è anche Riserva Internazionale della Biosfera, per sottolineare quanto sia presente in questo territorio il rapporto tra uomo e natura secondo i principida recuperare principi dello sviluppo sostenibile sanciti nella Strategia di Siviglia dal 1994, e costituisce altresì un tipico esempio per evidenziare l’interrelazione tra beni culturali e beni naturali in funzione dello sviluppo turistico del territorio in oggetto.
L’area è situato sul versante Somma e rappresenta “…la facies tranquilla, verde, rigogliosa del vulcano…”, dove, grazie ad un microclima fresco ed umido il paesaggio si è sviluppato in modo completamente diverso rispetto al versante vesuviano, molto più lussureggiante e fertile. fonte