La mostra Salvatore Emblema. La materia del Cielo suggella una più stretta collaborazione tra l’Aeroporto Internazionale di Napoli e il Museo e Real Bosco di Capodimonte, due importanti attori dello sviluppo in chiave turistica della città di Napoli, ed inaugura il nuovo spazio espositivo “ART GATE” nella zona imbarchi. Uno spazio interamente dedicato alla scena artistica campana, in cui si alterneranno periodicamente mostre capaci di mettere in risalto la vivacità culturale di una città stratificata di storia e di arte, sempre protesa verso la sperimentazione di nuovi linguaggi e l’accoglimento delle più svariate istanze culturali.
- Oggi ti regalo il Cielo…dentro una scatola di Nuvole
- Lo sai che faccio il Pittore solo perché non ho imparato a Volare
- Il Cielo sopra casa mia l’ho camminato tutto, a piccoli passi
- Nel Cielo non ci sono Muri… ma ci sono i quadri, dovunque guardi
- Da ragazzo avevo un Aereo fatto di Pietra e di Luce, me l’avevano regalato
- L’unica architettura che capisco è quella del Respiro, del Vento e degli occhi tuoi
- Da piccoli tutti coloriamo il Cielo, io poi, ho provato a dipingerci sopra
- Di cos’è fatto il Cielo? Pare nulla eppure d’azzurro ti sostiene le nuvole
E poi c’è la frase La Pittura ti leviga gli Occhi ma ti affila l’Orizzonte che accompagna un’installazione artistica volta ad incorniciare il paesaggio aeroportuale dalle vetrate che si affacciano sulla della pista di atterraggio e decollo, come fosse parte dell’opera stessa di Salvatore Emblema, artista da sempre affascinato dal paesaggio e dall’interazione del visitatore proprio attraverso le sue opere che diventano così “mezzo”, strumento di connessione dell’uomo con l’ambiente esterno in cui è immerso e vive.
Infine, l’Emblema-pensiero, che accoglie i passeggeri in arrivo a Napoli invitandoli a scoprire la complessità e la meraviglia della città, si può riassumere così:
Qui dove abito io, i cieli quando sono dipinti,
sono così belli che sembrano veri.
E quelli veri invece, sono azzurri
proprio come quelli che noi pittori inseguiamo nei quadri.
Dove abito io ci sono questi cieli qua.
E poi c’è il Mare che non si sta mai fermo.
E una Terra che può diventare
nero forte, giallo luce o rosso timido.
Qui da noi si dice di tutto,
e lo vedrai con i tuoi occhi,
che com’è in cielo così è pure in terra.
(Salvatore Emblema)
“Come famiglia Emblema e come nascente Fondazione, siamo onorati di partecipare a questo progetto. Credo che Salvatore ne sarebbe stato entusiasta, come un bambino. Il cielo, il volo, l’idea stessa dell’oggetto aereo sono radicate nella sua giovinezza. Quand’era ragazzo aveva un aereo per giocattolo, un bombardiere americano lasciato nel ’44, vicino casa sua. Fantasticava di volare sicuramente, come tutti i ragazzi. Ma probabilmente stava già prendendo le misure al cielo. Recitava la parte del pilota, ma secondo me era già pittore” così spiega la scelta del tema della mostra la moglie dell’artista e presidente del Museo Emblema Raffaela Auricchio.
- Informazioni utili
- Titolo: Salvatore Emblema. La Materia del Cielo
- A cura di Sylvain Bellenger, con il supporto storico scientifico del Museo Emblema
- Date: 23 dicembre 2022-30 marzo 2023
- Dove: Aeroporto di Napoli (area imbarchi, C20)
- Ingresso libero dopo i controlli di sicurezza
Biografia – Salvatore Emblema (Terzigno, 1929 – 2006). Dopo aver frequentato l’istituto d’arte e la Scuola del Corallo di Torre del Greco, la sua ricerca prende avvio a Roma, dove si trasferisce nel 1948, portando con sé i primi lavori: collages di foglie disseccate (“fullografie”) il cui successo gli aprirà le porte dei circoli artistici di via del Babuino. Nel corso degli anni Cinquanta sperimenta nuovi materiali, passando dalle foglie alle pietre e alle terre vulcaniche, che compariranno nelle opere esposte nelle prime personali, a cominciare da quella del 1956 presso la Galleria San Marco. Nello stesso anno si reca negli Stati Uniti dove intraprende un percorso di studio e di comprensione profonda delle proprie esigenze creative. Conosce gli artisti della School rimanendo colpito, soprattutto, dalla ricerca di Mark Rothko. Agli inizi degli anni Sessanta vive tra Roma e Napoli. Lavora come scenografo a Cinecittà realizzando interni per numerosi film, tra i quali La strada di Federico Fellini. Nasce in quegli anni una serie di opere caratterizzate da una profonda istanza materica. Nella seconda metà del decennio vedono la luce le prime “tele nude”, incorniciate da fasce di colore. Lo spazio reale e quello pittorico coesistono in una matrice unica e si esaltano l’un l’altro. È un ulteriore passo verso quella che sarà la sua conquista più personale: la “Trasparenza”, canonizzata da Giulio Carlo Argan nel 1979. Le tele “detessute”, come le definisce Palma Bucarelli, sono l’oggetto di numerose esposizioni durante tutto il corso degli anni Settanta. Quel grande fermento creativo culmina nel 1979 con due importanti esposizioni: a Ferrara, al Palazzo dei Diamanti, e a Napoli alla Villa Pignatelli. Nel 1980 e nel 1982 partecipa alla Biennale di Venezia. Gli anni Ottanta segnano altre importanti tappe. Un suo autoritratto sul tema della trasparenza è scelto da Argan per la collezione degli Uffizi di Firenze, tiene personali alla galleria comunale di Cesena (1981) e al Palazzo Reale di Napoli (1985). Nel 1982 tiene una mostra al Museo Bojmans di Rotterdam, dedicata al suo lavoro ambientale. Negli anni la pittura di Emblema è andata acquistando in scioltezza, agilità compositiva e urgenza di esecuzione: il rapporto tra la luce, la materia e gli elementi fondanti della pittura si è sviluppato per semplificazioni successive, secondo le regole di una “matematica emotiva”, definizione proposta dal critico israeliano Amnon Barzel. capodimonte.cultura.gov.it
Nessun commento:
Posta un commento