mercoledì 30 marzo 2022

Percorsi Vesuviani, Storie e Luoghi.│DECRETO-LEGGE 24 marzo 2022, n. 24 - Green pass, cosa cambia dal primo aprile.

  1. Dal primo aprile per consumare seduti ai tavolini all’aperto di un bar o ristorante il green pass non servirà più. Se invece si vuole bere un caffè, pranzare o cenare al chiuso, resta obbligatorio, fino al 30 aprile, il certificato verde. (basterà quello base che si ottiene con anche con un tampone negativo).
  2. obbligo di mascherina, fino al 30 aprile 2022 in tutti i luoghi al chiuso, ad esclusione delle abitazioni private. In classe l’obbligo è esteso fino alla fine dell’anno scolastico (inizio giugno).

  3. Niente più green pass 
  4. servizi di ristorazione svolti al banco o al tavolo all’aperto da qualsiasi esercizio (ad eccezione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale per i quali, come detto, resta l’obbligo del green pass base);

  5. alberghi e altre strutture ricettive (tranne che per i servizi di ristorazione prestati all’interno degli stessi ai clienti ivi non alloggiati, per i quali è necessario il green pass base);

  6. musei e altri istituti e luoghi della cultura e mostre;

  7. centri termali, parchi tematici e di divertimento;

  8. impianti di risalita con finalità turistico-commerciale, anche se ubicati in comprensori sciistici;

  9. partecipazione, nel pubblico, a cerimonie pubbliche;

  10. uffici pubblici, 
  11. banche e poste,  nei quali l’accesso diventa libero (sempre con mascherina).
  12. Per qualsiasi tipo di festa organizzata in un locale al chiuso (compleanno, laurea, nozze, cresima, comunione ecc.) gli invitati devono essere muniti di super green pass.
  13. Per alloggiare in hotel bisognerà essere vaccinati?  No. E non servirà neppure il tampone. Dal primo aprile cade ogni obbligo di Green Pass negli alberghi e nelle strutture ricettive come i bed&breakfast.
  14. Per salire sui mezzi di trasporto pubblico locale non serve nessun certificato. Dal primo aprile decade infatti l’obbligo di Green Pass rafforzato. Ancora per un mese l’unico obbligo che dovranno rispettare i passeggeri è quello di indossare la mascherina Ffp2. Dal 1° maggio, a meno di proroghe, decadrà anche questo obbligo.
  15. per gli studenti all’università? Restano fino al 30 aprile obbligo di mascherina e di distanza di un metro in aula, oltre al divieto di accesso con temperatura sopra 37.5°. Esteso fino al 30 aprile l’obbligo di green pass base per gli studenti universitari e per «chiunque accede alle strutture appartenenti alle istituzioni universitarie».
  16. Dal 1° maggio sarà eliminato l'obbligo di green pass per accedere ai luoghi di lavoro. Fanno eccezione i lavoratori nelle professioni sanitarie, quelli negli ospedali e nelle RSA, che avranno fino al 31 dicembre 2022 l'obbligo vaccinale con la sospensione dal lavoro.
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lunedì 28 marzo 2022

Percorsi Vesuviani, Storie e Luoghi. Terzigno - Na - 30 Marzo 2022, ore 11,00 - Inaugurazione del sentiero n.11 del Parco Nazionale del Vesuvio

Inaugurazione del sentiero n.11 del Parco Nazionale del Vesuvio, denominato "La Pineta di Terzigno", il giorno 30 marzo 2022, alle ore 11.00.

Il sentiero, ubicato in località Piana Tonda nel Comune di Terzigno (https://goo.gl/maps/H3w1HDs9PARKsiZG9), è strutturato in un percorso pianeggiante, concepito per passeggiate per persone con difficoltà motorie.
È stato realizzato secondo le più moderne tecniche di ingegneria naturalistica, con impiego di materiali naturali.
Il camminamento consiste in una larga pedana in legno con pali di castagno a sostegno, che reggono il corrimano in corda. I diversi tratti, le specie e gli ambienti che li caratterizzano sono illustrati in cartelloni e tabelle e con testi tradotti in braille. Il sentiero attraversa un bosco di pino domestico, impiantato nella prima metà del Novecento in un'area a substrato di lave recenti, ancora ben visibili in alcuni punti.
La pineta può essere annoverata come mirabile esempio di verde urbano, situata in una zona tranquilla, seppur vicina al centro urbano, con un itinerario concepito per godere, in un'area di appena 3 ettari, delle principali bellezze paesaggistiche rappresentative del Parco del Vesuvio.
Il percorso, infatti, Immerge quasi subito il visitatore nell'atmosfera del bosco, nei silenzi interrotti solo dal canto degli uccelli tipici di questo ambiente, come la cincia mora, specie molto localizzata nel Somma-Vesuvio, nelle fredde giornate invernali scende nei boschi della fascia pedemontana in cerca di climi più miti; spesso ci si può imbattere nelle leggiadre incursioni dei piccoli codibugnoli, accompagnati dall'acuto canto del rampichino. Sì passa da tratti completamente immersi nell'ombra dei pini alle aree assolate di macchia mediterranea, a tratti di brullo substrato di piroclastici.
Da buona parte della passeggiata si gode il profilo del versante occidentale del vulcano. Il tracciato, con continui tornanti ed incroci, è progettato in modo da consentire sempre la prossimità del visitatore alle essenze presenti, così che oltre a goderne la vista se ne possano percepire gli odori e le emozioni del contatto, a tale scopo è allestito anche uno specifico "giardino dei profumi e degli odori", dove è possibile apprezzare le principali specie della macchia mediterranea.
Il sentiero è un'ottima meta per il turista che desideri, attraverso un agevole percorso, conoscere ed apprezzare in uno spazio relativamente ridotto gli ambienti tipici del Vesuvio e goderne il panorama, per visitatori con difficoltà motorie o ipovedenti, in un cammino che nulla toglie delle bellezze e delle atmosfere del Parco, per gli sportivi, che frequentano il sentiero trovando il percorso e le condizioni atmosferiche ideali per i loro allenamenti, nella frescura della pineta. parconazionaledelvesuvio.it - la-pineta-di-terzigno/
Ente Parco Nazionale del Vesuvio Promozione e Comunicazione
Il Responsabile dott. Giovanni Romano

giovedì 24 marzo 2022

Percorsi Vesuviani, Storie e Luoghi. Carmine Alboretti - Francesco, e la cura della "casa comune"

L’ultimo regalo ai suoi amici e ai suoi lettori di Carmine Alboretti, il giornalista deceduto nel 2020. E’ uscito infatti, Francesco, la cura della "casa comune". Un’opera a cui il giornalista vesuviano, storico corrispondente di Metropolis, stava lavorando proprio nei giorni prima del suo addio. Ad annunciarlo, con un messaggio struggente sul suo profilo social, sua moglie Maria, che non ha mai smesso, insieme ai colleghi dell’Associazione giornalisti vesuviani, di ricordare l’impegno e il valore di un cronista di razza, colto e preparato, come Carmine Alboretti. “Quest’anno non è stato facile scegliere un libro da regalarti per il tuo compleanno….ma poi mi è stato tutto chiaro! È con infinito Amore che ti regalo il tuo ultimo lavoro; ho portato a termine ciò che tu avevi terminato poche ore prima…. È pronto ed io e Francesco siamo pronti per raccontare di te nelle imminenti presentazioni” il ricordo di Maria. A Carmine Alboretti è stata dedicata anche la sala della protezione civile del Comune di Trecase. Carmine, anche durante la prima ondata della pandemia, non si era mai risparmiato.
Carmine Alboretti.
Giornalista iscritto all'elenco professionisti, Alboretti era Presidente del Collegio Probiviri del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania. Ha scritto per Il Mattino, Metropolis, Lo Strillone, Torresette, Pagine Vesuviane (di cui era direttore), e numerose altre testate giornalistiche, ed è stato anche per anni vaticanista per il quotidiano romano “La Discussione”.
Studioso della dottrina francescana alla quale ha dedicato diversi saggi, Alboretti era cultore di Diritto pubblico dell'economia presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università Federico II, e nel 2017 ha vinto il premio "Francesco Landolfo".
Un progetto nato per valorizzare la partecipazione e la cittadinanza attiva, attraverso programmi di approfondimento, musica ed intrattenimento.
Cofinanziato dalla Regione Campania e dal Ministero del Lavoro

venerdì 18 marzo 2022

Percorsi Vesuviani, Storie e Luoghi. Mondo contadino e azione meridionalista. L'esperienza del Gruppo Rossi-Doria a Portici di Gilberto-Antonio Marselli

Mondo contadino e azione meridionalista convoca protagonisti e interpreti della storia economica e politica del nostro Paese. Mondo contadino e azione meridionalista getta uno sguardo esperto sulla criticità delle risorse. Mondo contadino e azione meridionalista guarda alla crisi: al plurale o al singolare, andando oltre ciò che appare. Alle radici, alla radice. 
Perché la ricerca sulle categoria invoca ingegno, pazienza e tempo. Destrezza: immersione nei contesti, salde e articolate strutture di pensiero. Perché la ricerca sui territori, abitati, vissuti e conosciuti, impone rigore. Interno a ciascuna disciplina. Perché la ricerca che sa crear valore richiede abilità a transitare. Oltre i confini delle discipline. Se ne consiglia la lettura a chi sa che per sapere occorre vivere, ascoltare e poi imparare. Se ne consiglia la lettura a chi crede che sia la gioventù la chiave per aprire le porte della sorte.
Mondo contadino e azione meridionalista. L'esperienza del Gruppo Rossi-Doria a Portici di Gilberto-Antonio Marselli (Autore) - Editoriale Scientifica, 2016
29 Gennaio 2017 - Il Gruppo di Portici e il Mezzogiorno nel ricordo di un protagonista. Nella premessa l’autore confida con estrema sincerità di essere stato per molto tempo interiormente combattuto e incerto se ignorare o addirittura distruggere le sue note accumulatesi in un periodo di intenso lavoro durato oltre mezzo secolo, oppure riordinare il materiale in suo possesso e di pubblicarlo. Non è chi non veda, dopo aver letto il preziosissimo libro Mondo contadino e azione meridionalista di Gilberto-Antonio Marselli, che la seconda opzione sia da considerare per noi davvero una straordinaria fortuna.
Pubblicato dalla Editoriale Scientifica (Napoli, 2016, pp. 375, E. 32) nella collana “punto org”, il volume ci propone, come spiega il sottotitolo, “l’esperienza del Gruppo Rossi-Doria a Portici”. Vale a dire il rigoroso e appassionato lavoro di studi accademici e di ricerche sul campo di un gruppo di studiosi che, sotto la guida illuminata del Maestro, si rivelò un’autentica fucina di idee e di progetti in materia di riforme e di politica agraria, nonché sul tema annoso del meridionalismo, al punto di diventare forza centripeta per sociologi, antropologi, psicologi ed economisti in Italia e nel mondo.
Marselli, testimone privilegiato e spesso protagonista degli eventi, fa scorrere davanti ai nostri occhi il lungo corteo di studiosi stranieri, soprattutto americani, quali George Therune Peck, Edward C. Banfield, Donald Stephen Pitkin, Friedrich George Friedman, Olaf F. Larson e tanti altri, che giunsero a Portici grazie al programma di scambi culturali promosso dal Senatore J. William Fulbright nell’ambito del Piano Marshall e sull’onda del vasto e forte clamore suscitato negli Stati Uniti dal libro Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi. Essi da un lato scoprirono e adottarono le metodologie di lavoro multidisciplinari istituite da Manlio Rossi-Doria, dall’altro apportarono il contributo arricchente delle loro esperienze maturate nelle diverse Università europee e americane e realizzarono importanti indagini sociologiche sulle comunità rurali della Basilicata e di altre regioni meridionali.

sabato 12 marzo 2022

Percorsi Vesuviani, Storie e Luoghi. (Turismo e attività produttive) - Riserva Forestale Tirone-Alto Vesuvio

A partire dal 12 marzo e fino al 31 dicembre 2022, riapre al pubblico il sentiero n. 4 “Attraverso la Riserva Tirone”, per due giorni settimanali, sabato e domenica, dalle ore 9:00 alle ore 16:30 (ultimo ingresso ore 15:30). Sul sentiero saranno presenti le Guide del Parco Nazionale del Vesuvio. L'accesso, dal cancello della Via Vesuvio, è gratuito e non è al momento necessaria la prenotazione.
Il tracciato, ampio e prevalentemente pianeggiante, si sviluppa all'interno della Riserva Forestale Tirone-Alto Vesuvio, che si estende su un'area di circa 1.000 ettari.
Superato il cancello di ingresso ci sì immerge subito in un fitto bosco di pino domestico, frutto delle opere di rimboschimento realizzate dal Corpo Forestale dello Stato per consolidare gli instabili pendii vesuviani.
Sui muretti a secco in pietra lavica che fiancheggiano il sentiero è facile riconoscere l'ombelico di Venere, una pianta erbacea che deve il curioso nome alle peculiari foglie carnose, rotonde e con un incavo centrale. In primavera nel sottobosco fioriscono diverse specie di orchidee selvatiche, tra le più belle sì distinguono Orchis Serapias cordiera, dai fiori rosso cremisi, ed Orchis morio, con fiori variabili dal bianco al viola-purpureo. Il folto sottobosco include la fusaggine e lo smilace insieme ad altre specie tipiche della flora mediterranea come lentisco, mirto, alloro, fillirea, rosmarino. Il leccio, una quercia sempreverde autoctona, sì fa largo spazio tra le pinete della riserva.
Molteplici sono le specie animali che popolano questi boschi: tra i rettili spicca il raro saettane o colubro di Esculapio, un grosso ed innocuo serpente con livrea bruno-giallo lucente. Superato il Piano delle Ginestre il sentiero sale debolmente, fino a raggiungere la località Baracche Forestali, dove la casa della fattucchiera disneyiana Amelia rappresenta la meta ravvicinata. Si procede lungo il sentiero, senza deviare a sinistra, fino a raggiungere il tratto più suggestivo dell'itinerario, che propone l'alternanza continua di spazi ombreggiati e spazi aperti, con ampi scorci sul mare azzurro del Golfo di Napoli e sulle brulle pendici del maestoso Gran Cono. Un affaccio panoramico su un braccio secondario della colata lavica del 1944, rappresenta la meta intermedia. Proseguendo si raggiunge l'antica Strada Matrone (sentiero n.6), da cui si riprende il cammino in senso inverso. Sulla via del ritorno, dopo circa 2,3 Km si perviene ad un bivio e si sale a destra per poter ammirare ancora la colata lavica del '44. Da qui si compie a ritroso un breve tratto, scendendo poi a destra al primo bivio fino a rincontrare le Baracche Forestali e far ritorno al cancello d'ingresso, che rappresenta la meta intermedia. Il sentiero offre anche una piacevole variante, che dalla colata lavica procede fino alla recinzione di un ristorante, cui si diparte un tracciato che, ripercorrendo il vecchio percorso del trenino a cremagliera, risale dolcemente sino all'area dell'ex funicolare; raggiunta la via asfaltata si svolta a sinistra per approdare ad un bel piazzale panoramico con punto ristoro. www.parconazionaledelvesuvio.it
Per informazioni: sentiero4@epnv.it
Vesuvio AIRAV

Percorsi Vesuviani, Storie e Luoghi. (Turismo e attività produttive). Boscoreale - Museo del Parco Nazionale del Vesuvio.

Un'opera attesa 25 anni e che finalmente è a disposizione di tutti, anche dei bambini. Si tratta del Museo del Parco Nazionale del Vesuvio a Boscoreale: un tassello importante si aggiunge al grande mosaico artistico e culturale del territorio. Il Museo prende vita nel quartiere Piano Napoli di Boscoreale, non molto distante da Villa Regina e adiacente all'Antiquarium di Pompei. Un progetto attesissimo, fortemente voluto e appoggiato dalla Regione Campania. E' da un complesso di edifici: un Polo Espositivo, un Auditorium e un'Arena all'aperto. Il Polo Espositivo ospita il Museo del Parco Nazionale del Vesuvio e un Centro Multimediale, oltre ad un bookshop e alla sede operativa del Reparto Carabinieri Parco di Boscoreale.
II Museo del Parco, composto da tre grandi sale collegate da due brevi corridoi, è allestito con pannelli illustrativi, apparecchiature multimediali, teche espositive, diorami, video e giochi interattivi, secondo un filo conduttore che è la descrizione del suolo vesuviano a partire dalla roccia madre, generata dagli eventi vulcanici; degli eventi che ne generano la trasformazione in humus, del suo legame con l'ambiente vegetale, animale, e con l'uomo. Fanno parte di questo allestimento anche quattro aiuole, che rappresentano alcuni tra i principali sistemi ambientali vesuviani.
Il Centro Multimediale comprende quattro ambienti, entro i quali si snoda un percorso fatto di pannelli ed installazioni multimediali, in parte interattive, che descrivono alcuni aspetti della vita ed dell'alimentazione nell'area vesuviana prima del 79 d.C. L'Auditorium ha una superficie complessiva di circa 1.300 mq, con una platea capace di ospitare 324 spettatori. Il Comune, nell'ambito dell'allestimento del Centro Multimediale, ha previsto nell'Auditorium la proiezione di un filmato della durata di circa 25 minuti, dal titolo "Pompei Storie nella Storia" in cui, sullo sfondo di una ricostruzione virtuale della Pompei antica, alcuni personaggi raccontano gli ultimi attimi di vita prima dell'eruzione del 79 d.C.
L'Arena Scoperta, posta tra l'Auditorium e il Polo Espositivo, può ospitare fino a 350 spettatori, ed è anche attrezzata con un proiettore e uno schermo motorizzato per proiezioni serali.
Vesuvio AIRAV

venerdì 11 marzo 2022

Percorsi Vesuviani, Storie e Luoghi. TRECASE (Turismo e attività produttive). Cantina del Vesuvio Winery.

 
Cantina del Vesuvio
Produzione e degustazioni di Lacryma Christi
C'è la terra: il Vesuvio, il terreno lavico, 16 ettari di vigna.
C'è l'uomo: Maurizio Russo, erede di una tradizione vinicola di famiglia.
C'è il lavoro: dal 1948 un impegno quotidiano per creare un luogo 
dove la produzione del vino biologico si unisce all'accoglienza. 
Poche bottiglie, tutte di qualità, vendute direttamente in cantina.
È il 1948, l'Italia si sta riprendendo dalla seconda Guerra Mondiale e Giovanni Russo decide di fondare una piccola azienda vinicola a Trecase, sulle falde del Vesuvio.
All'epoca il vino si trasportava a Napoli a bordo di carri trainati da cavalli e là si svolgeva la "trafeca": la trattativa tra piccoli produttori e negozianti che rivendevano il vino in città.
Il figlio di Giovanni, Maurizio, inizia ben presto ad aiutare il padre nella sua attività cominciando la gavetta come operaio.
Diciotto anni fa la svolta: Maurizio decide di aprire alle visite guidate dei turisti che cominciavano a chiedere di visitare le cantine, a migliorare la qualità e a limitare la distribuzione vendendo il vino solo direttamente.
Lacryma Christi DOC
Il Lacryma Christi è il vino prodotto con le uve auctone del Vesuvio, conosciuto già ai tempi degli antichi Romani. Le prime testimonianze della coltivazione dell'uva sul Vesuvio risalgono, infatti, al V secolo a.C.
I vigneti e il terreno
I vitigni che si arrampicano sulle falde del Vesuvio discendono direttamente dagli Aminei della Tessaglia, portati qui dai Greci che nel V secolo a.C. arrivarono in queste terre.
Le radici affondano nel terreno lavico, scuro e poroso. Questo terreno non necessita di essere innaffiato in quanto trattiene l'umidità per poi rilasciarla.
Le uve
Caprettone per il Lacryma Christi Bianco.
Piedirosso (Per e Palumm) per il Lacryma Christi Rosato e Rosso.
Via Panoramica 15 - 80040 Trecase (NA) Italy
LINK:

giovedì 3 marzo 2022

Percorsi Vesuviani, Storie e Luoghi. ORESTE PIPOLO, FOTOGRAFO DI MATRIMONI di Matteo Garrone

ORESTE PIPOLO, FOTOGRAFO DI MATRIMONI di Matteo Garrone
"Un film sul lavoro di Oreste Pipolo, fotografo. Ma non solo, si indaga in una rete di significati molto più profondi. Perché a Napoli il matrimonio è rappresentazione scenica dei significati della famiglia, che è il legame portante di un'intera società. A Napoli tutto passa attraverso la famiglia: valori e identità di gruppo, ma anche lavoro, status sociale, protezione sociale e fisica, controllo morale. Il matrimonio deve rappresentare tutto questo sul palcoscenico della festa. In questa rappresentazione un ruolo centrale è affidato al fotografo, colui che prepara la scena e poi la fissa perché resti nella memoria. Egli è il regista" (M. Garrone).
Matteo Garrone (Roma, 1968), figlio d’arte, lavora come aiuto operatore e nel 1996 passa alla regia con il cortometraggio Silhouette, che vince il Sacher d’oro e confluisce poi in Terra di mezzo. Dopo una serie di documentari, nel 1998 realizza Ospiti, un’altra storia di immigrazione che viene premiata a Venezia, cui fa seguito Estate romana (2000), giocato più sui toni della commedia. Il successo di critica arriva con L’imbalsamatore (2002), che vince il David di Donatello per la migliore sceneggiatura, e Primo amore (2004), entrambi storie di amori ossessivi e distruttivi. La consacrazione avviene però con Gomorra (2008), ispirato al romanzo di Roberto Saviano e vincitore del Grand Prix al Festival di Cannes, e Reality (2012), anch’esso premiato con il Grand Prix a Cannes. www.torinofilmfest.org - ORESTE PIPOLO, FOTOGRAFO DI MATRIMONI
Regia: Matteo Garrone.
Soggetto: Carlo Cresto-Dina.
Musica: Banda Osiris.
Montaggio: Marco Spoletini.
Produzione: RAI Cinemafiction.

martedì 1 marzo 2022

Percorsi Vesuviani, Storie e Luoghi. (Turismo e attività produttive). La Villa dei Papiri, Ercolano

La Villa dei Papiri, conosciuta anche con il nome di Villa dei Pisoni, è una villa di epoca romana, sepolta durante l'eruzione del Vesuvio del 79 e ritrovata a seguito degli scavi archeologici dell'antica Ercolano: è così chiamata poiché al suo interno conservava una biblioteca con oltre milleottocento papiri.
La costruzione della Villa dei Papiri avvenne tra il 60 ed il 50 a.C. ed appartenne con molta probabilità a Lucio Calpurnio Pisone Cesonino, suocero di Gaio Giulio Cesare, nonché protettore del filosofo Filodemo di Gadara, le cui opere erano conservate all'interno della dimora; secondo altri archeologi, il proprietario potrebbe essere stato il figlio, Lucio Calpurnio Pisone Pontefice, o Appio Claudio Pulcro.. Con il terremoto di Pompei del 62, così come altri edifici di Ercolano, anche la Villa dei Papiri rimase fortemente danneggiata e tale evento impose lavori di ristrutturazione e rifacimento delle decorazioni: tuttavia quando l'opera non era ancora completata, come dimostrano i cumuli di calce e colori ritrovati, l'area fu soggetta all'eruzione del Vesuvio del 79 e la villa sommersa da una colata di fango; in seguito, nel 1631, un'ennesima eruzione coprì la zona sotto uno spesso strato di lava: tra la villa e la superficie erano depositati dai venticinque ai trenta metri di materiale piroclastico.
Ritrovata per caso durante la costruzione di un pozzo, le prime indagini, tramite cunicoli, partirono nel 1750 sotto la direzione di Roque Joaquín de Alcubierre, presto affiancato da Karl Weber: fu quest'ultimo a realizzare le uniche piante dell'edificio, di cui una redatta nel 1751, la quale riportava la zona del belvedere, ed un'altra nel 1754, poi rivista nel 1764, dove, con notevole precisione, venivano illustrati tutti gli ambienti esplorati, i cunicoli realizzati, le indagini ed i reperti ritrovati; fu proprio su quest'ultima pianta che Jean Paul Getty costruì a Malibù una riproduzione della villa, a grandezza naturale, utilizzata prima come abitazione privata e poi come museo a lui dedicato. La prima fase di scavi si concluse nel 1761, riportando alla luce non solo affreschi e pavimenti, ma anche un gran numero di statue e circa duemila rotoli di papiri, precisamente rinvenuti il 19 ottobre 1752; un'ulteriore, breve, campagna di indagini si ebbe tra il 1764 ed il 1765 con la partecipazione di Francisco la Vega e Camillo Paderni: in seguito, a causa delle esalazioni tossiche di mofete, vennero chiusi tutti i pozzi di aerazione ed i cunicoli.
La Villa dei Papiri sorgeva a strapiombo sul mare, su quella che era la linea di costa prima dell'eruzione e seppellita sotto una coltre di detriti vulcanici di circa trenta metri; ha una lunghezza di oltre duecentocinquanta metri, si alza su tre livelli ed ha una struttura a forma di quadrato, a sua volta divisa in quattro quadrati, dove quelli meridionali erano adibiti ai servizi, come alloggi, latrine e deposito dei papiri, mentre quelli settentrionali alla zona residenziale e ludica. La basis villae, intonacata in bianco, ha una lunghezza di circa venticinque metri, ma non è stata riportata completamente alla luce nella sua altezza ed è caratterizzata da finestroni, di cui quattro sormontati da oculi strambati: le finestre inoltre erano provviste di battenti in legno con cerniere. È inoltre possibile scorgere all'interno di una di esse un ambiente parzialmente esplorato, del quale non è stato ancora raggiunto il piano di calpestio, decorato nella volta con tralci di vite e quadretti di amorini e animali marini, mentre nella parete di fondo, in rosso, un amorino e delle ghirlande: si notano inoltre degli architravi in legno, segno di aperture che conducono ad ambienti ancora non esplorati. LINK wikipedia.org - Villa dei Papiri
  1. Sito web ercolano.beniculturali.it
  2. www.beniculturali.it - Parco archeologico di Ercolano - Villa dei Papiri