sabato 7 giugno 2025

Pompei | Nel Teatro Grande, la scultura vivente di Domenico Sepe apre la serata finale del Festival Internazionale del Cinema

Nel cuore senza tempo di Pompei, là dove la storia affiora dalla terra e l’arte si fonde con la memoria, si accende l’attesa per la serata conclusiva della prima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Pompei, un evento che – sotto la direzione artistica di Enrico Vanzina e la presidenza appassionata dell’ideatrice Annarita Borelli – ha voluto restituire a questo luogo simbolo un nuovo respiro culturale. Un intreccio di cinema, arti visive, moda, turismo e comunicazione ha segnato l’intero percorso del Festival. 
Ma sarà la serata di domenica 8 giugno, nella cornice del Teatro del Parco Archeologico già sede di tante occasioni artistiche, a regalarne il momento più emblematico: l’apertura sarà affidata a una performance d’arte dal valore altamente simbolico, firmata dallo scultore Domenico Sepe. Figura di spicco della scultura contemporanea, Sepe darà vita – in scena – a una creazione ispirata al celebre fauno danzante, una delle icone più potenti e vitali dell’antica Pompei. 
La sua sarà una prova d’artista dal vivo, un atto di creazione che il pubblico potrà vivere come un rito collettivo e sensoriale. Attraverso la sua tecnica, la materia prenderà forma dinanzi agli occhi degli spettatori, trasformando una figura umana in scultura, in un processo che diviene racconto plastico della metamorfosi tra gesto e forma, tra respiro e pietra. 
L’opera, pensata come ponte ideale tra l’antico e il contemporaneo, celebrerà il potere dell’arte di resistere al tempo, di rinascere e rigenerarsi. Ed è proprio nella figura del fauno – spirito della danza, della gioia e della vitalità – che Sepe ha individuato l’emblema perfetto per questo dialogo: un’energia che sopravvive alla catastrofe, una voce che continua a risuonare tra le rovine. 
Non solo performance: l’artista ha anche firmato i premi scultorei che verranno consegnati ai protagonisti del Festival. Due le versioni ideate da Sepe, entrambe dense di richiami simbolici. La prima, effetto bronzo, rappresenta il fauno che emerge dalla pietra lavica del Vesuvio, la seconda, un bassorilievo, suggerisce invece la rinascita attraverso l’arte. Uno di questi premi è già stato assegnato al regista Marco Risi, presente con il suo film Fortapàsc. 
Ma la serata dell’8 giugno, sempre nel segno delle opere di Sepe, sarà anche occasione per consegnare i Premi alla Carriera a due figure cardine dello spettacolo italiano: 
  • Neri Parenti, maestro della commedia cinematografica, e 
  • Luca Ward, attore e doppiatore dalla voce epica e riconoscibile. 
  • Accanto all’arte di Sepe, durante la serata finale condotta da Sergio Assisi e con la partecipazione dello stesso Enrico Vanzina e della presidente Annarita Borelli, 
  • sfileranno personalità del calibro di Gianni Amelio, Amedeo Minghi, Alessandro Cecchi Paone, Gino Rivieccio, Maria Sole Pollio, Susy Del Giudice, Giovanni Esposito, Anna Gaia Sole, Salvatore Lioniello, Mery Esposito, Antonella Morea, Alessandra Ierse, Paulitti Italico, Nazareno Nicoletti, Dario Formisano, Pierfrancesco Aiello, Emilia Fanetti Scarpati, Emilio Fallarino, Donatella Zaccagnini, Romina Capuana, Fiorenza D’Antonio, Manfredi Russo e il gruppo vocale Soul Food Vocalist. 
Una grande opera inedita di Sepe, di grandi dimensioni, sarà inoltre esposta per l’occasione: un richiamo visivo e concettuale al mistero dei ritrovamenti archeologici, capace di unire passato e presente in un unico, potente respiro artistico. Il Festival Internazionale del Cinema di Pompei si chiuderà così nel segno della bellezza, del gesto creativo, dell’arte che si fa visione e memoria viva. In uno spazio sacro come quello del Parco Archeologico, la scultura di Sepe – tra mito, lava e danza – non sarà solo atto estetico, ma rivelazione del senso profondo del Festival: raccontare il tempo attraverso l’immaginazione. E celebrare Pompei come luogo eterno del ritorno dell’arte. Comunicato Stampa

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