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sabato 24 agosto 2024

Galoppatoio della Reggia di Portici | Festival Ethnos presenta Djazia Satour in concerto | Domenica 8 Settembre 2024

Festival Ethnos presenta Djazia Satour in concerto
Domenica 8 Settembre - ore 21:00
Galoppatoio della Reggia di Portici
Ingresso: 5€
Prevendite disponibili a breve su Azzurro Service.
Djazia Satour, una delle voci più interessanti della nuova scena algerina, sul palco della XXIX Edizione del Festival Ethnos Domenica 8 Settembre alle 21:00 al Galoppatoio della Reggia di Portici.
Dopo Klami e Alwâne, Djazia Satour torna con un nuovo album intitolato Aswât, che esplora l'eredità musicale algerina nella vena sottile e personale per cui è famosa. Nelle sue composizioni originali si possono ancora sentire le influenze più contemporanee, prese in prestito in particolare dall'indie folk e dal groove del pop frizzante. La sua ispirazione, tuttavia, si è spostata nettamente verso i generi tradizionali che hanno cullato i suoi primi anni di vita.
Questa rinascita dei modi e dei ritmi musicali algerini non è percepibile solo negli accenti melodici e nei vocalizzi, ricchi di tocchi sensibili. È anche evidente nella presenza del banjo e della mandola, con le loro scintille sublimi negli accordi e nelle transizioni strumentali. Trasportate da queste due ali volteggianti del chaâbi e sostenute al massimo dal bendir, le voci si librano e risuonano come un ossessionante richiamo alle loro origini.
Il ritorno alle radici musicali si tinge di squarci di presente, come se la realtà si intromettesse per una volta nella nostalgia e nella memoria. In altre parole, lungi dal cedere alle tentazioni del passato, il nuovo album di Djazia guarda alla tradizione per trovare nuove opportunità di invenzione.
Bittersweet - Djazia Satour [Official Video]
Bittersweet
Acoustic Guitar, Electric Guitar – Edouard Ardan
Cello – Sabine Balasse
Composed By – Djazia Satour, Samuel Chaffange
Drums, Trombone – Julien Chirol
Lead Vocals, Chorus – Djazia Satour
Piano, Bass, Keyboards [Rhodes, Keys] – Pierre-Luc Jamain
Songwriter – Djazia Satour, Magali Haza
Viola – Frédéric Maindive
Violin – Anne Le Pape, Jean Rouzaud
Ethnos - Festival Internazionale di Musica Etnica, nasce nel 1995 con l’intento di recuperare le arcaiche tradizioni dell’area vesuviana, da allora ha allargato il suo raggio di azione, diventando uno dei maggiori osservatori di musica etnica e uno tra i festival di musica più importanti e attesi d’Italia.
Il festival, con la sua formula itinerante da sempre ha coinvolto contemporaneamente più siti culturali dell’area vesuviana, tra cui le ville vesuviane del Miglio d’Oro, il Parco Nazionale del Vesuvio, i beni culturali della costa del Vesuvio, valorizzandoli ed aprendoli al grande pubblico e garantendo l’allungamento della permanenza media dei flussi turistici sul territorio.
Il Festival, mediante la programmazione di numerose attività tese all’incontro e alla comunione tra i popoli e i diversi linguaggi, durante le quali la musica e l’arte si fondono e diventano strumento per la valorizzazione delle location, si propone di creare un ponte tra la memoria del passato e la visione del futuro, tra la tradizione e la contemporaneità dell’arte con uno sguardo attento alle problematiche delle migrazioni, delle integrazioni e del Mediterraneo

giovedì 22 agosto 2024

Villa Vannucchi - San Giorgio a Cremano (NA) - Festival Ethnos |Bombino in concerto | Sabato 7 Settembre 2024

Festival Ethnos presenta
Bombino in concerto
Sabato 7 Settembre - ore 21:00
Villa Vannucchi - San Giorgio a Cremano (NA)
Ingresso: 10€ + diritti di prevendita Festival Ethnos
Prevendite su Azzurro Service: https://lnkfi.re/Ethnos2024
Direzione artistica: Gigi Di Luca
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Goumour Almoctar, in arte Bombino, stella del desert blues, è originario del Niger e cresciuto nella tribù Tuareg Ifoghas di Agadez, alle porte del Sahara, che lotta da secoli contro il colonialismo e l’imposizione dell’Islam più severo.
Costretto a fuggire più volte con la sua famiglia, un giorno prende in mano una chitarra dimenticata dai parenti e, piano piano, esercitandosi, scopre la sua più grande passione. Presto diventa allievo del rinomato chitarrista tuareg Haia Bebe, e poco dopo entra a far parte della sua band, acquisendo il soprannome di Bombino, una storpiatura dell’italiano “bambino”, data la sua giovane età.
Attratto dalle influenze di Jimi Hendrix e Mark Knopfler, studia le loro tecniche fino a farle diventare sue, assimilando quelle sonorità tipiche degli anni '60-'70, inserendole in un contesto rock-blues di matrice americana, arricchito da vocalismi in Tamasheq, la lingua Tuareg.
Nel 2009, per puro caso, conosce il Regista Ron Wyman, in Niger per girare un documentario sulle tribù Tuareg, che dedica poi a Bombino e successivamente diventa produttore di "Agadez", l’esordio solista su disco (il primo album risale al 2009, "Group Bombino – Guitars from Agadez, vol. 2").
Nel frattempo, la fama del giovane talento cresce fino ad essere conosciuto in tutto il mondo e inizia a suonare nei più importanti festival musicali dove ha occasione di suonare con artisti come Keith Richards e Stevie Wonder, per citarne un paio.
Dan Auerbach (The Black Keys) incontra Bombino e ne rimane folgorato, decidendo così di produrre "Nomad", il terzo disco uscito in tutto il mondo ad aprile 2013 su etichetta Nonesuch/Warner. Registrato nello studio di Auerbach a Nashville, "Nomad" è l’incontro del desert-rock con il blues, suonato dalle abili mani di Bombino ed arricchito dalla sua voce intensa e vigorosa.
Le sonorità di Bombino richiamano quelle dei Tinariwen, vicini suonatori del deserto, ma le sue melodie elettrizzanti, che racchiudono lo spirito della resistenza e della ribellione, trasudano un groove irresistibile. Una versione del blues densa e magmatica, a cui si aggiunge la particolarità di svincolarsi dalla classica metrica basata sul “call and response” tra cantante solista e coro (solitamente femminile), rimpiazzando quest’ultimo con le disgressioni melodiche della chitarra.
Il suo sound ha conquistato l'Italia, arrivando ad essere ospite in programmi televisivi come "Che tempo che fa" di Fabio Fazio e “ Propaganda Live” e a collaborare con artisti come Jovanotti, che lo ha coinvolto nella produzione del suo brano "Si alza il vento”.
"Azel", registrato a Woodstock, esce all’inizio di aprile 2016 sotto l’etichetta Partisan Records e presenta diverse innovazioni, tra cui un nuovo stile di cui è pioniere, affettuosamente chiamato "Tuareggae", l’unione del blues/rock Tuareg con lo stile reggae one drop. Inoltre, si nota l'utilizzo per la prima volta di armonie vocali occidentali all'interno della musica Tuareg, conferendo alle canzoni una nuova intensità.
Il 15 Settembre 2023 pubblica il nuovo album “Sahel” (con l’etichetta Partisan Records), l’attesissimo seguito del suo album del 2018 Deran, frutto del lavoro con il produttore gallese David Wrench (David Byrne, Frank Ocean, Caribou, Goldfrapp, The xx, Sampha).
‘Sahel’ è il lavoro più personale, potente e politico di Bombino, ed è anche il più vario dal punto di vista sonoro, una qualità che si è prefissato di raggiungere fin dall’inizio e che intende rispecchiare direttamente il complesso mosaico di culture e persone che compongono il Sahel stesso.
Soprannominato dal New York times 'il Sultano delle sei corde' e dal Noisey ‘Il più grande chitarrista al mondo’, nel 2019 viene nominato ai Grammy Awards per il Miglior World Music Album, diventando il primo artista nigerino ad essere nominato ai Grammy.
Bombino mette il sentimento tuareg di volontà di sopravvivenza nella musica, scrivendo il suo inno, e donandogli vita propria, esaltando il suo pubblico per ricordare chi è, ma anche per capire chi può essere.
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Ethnos - Festival Internazionale di Musica Etnica, nasce nel 1995 con l’intento di recuperare le arcaiche tradizioni dell’area vesuviana, da allora ha allargato il suo raggio di azione, diventando uno dei maggiori osservatori di musica etnica e uno tra i festival di musica più importanti e attesi d’Italia.
Il festival, con la sua formula itinerante da sempre ha coinvolto contemporaneamente più siti culturali dell’area vesuviana, tra cui le ville vesuviane del Miglio d’Oro, il Parco Nazionale del Vesuvio, i beni culturali della costa del Vesuvio, valorizzandoli ed aprendoli al grande pubblico e garantendo l’allungamento della permanenza media dei flussi turistici sul territorio.
Il Festival, mediante la programmazione di numerose attività tese all’incontro e alla comunione tra i popoli e i diversi linguaggi, durante le quali la musica e l’arte si fondono e diventano strumento per la valorizzazione delle location, si propone di creare un ponte tra la memoria del passato e la visione del futuro, tra la tradizione e la contemporaneità dell’arte con uno sguardo attento alle problematiche delle migrazioni, delle integrazioni e del Mediterraneo.