venerdì 25 luglio 2025

POMPEII THRENODY di Cerith Wyn Evans all’Antiquarium di Boscoreale | 19 luglio 2025 – 11 gennaio 2026

A cura di Andrea Viliani
con Stella Bottai, Laura Mariano, Caterina Avataneo.
Nell’ambito del programma Pompeii Commitment. Materie archeologiche

19 luglio 2025 – 11 gennaio 2026
Antiquarium di Boscoreale

BIGLIETTI E ORARI
Intero: € 8
Ridotto: € 2 per i cittadini UE di età compresa tra i 18 ed i 25 anni (non compiuti)
l'Antiquarium è visitabile anche col biglietto "3 days" valido 3 giorni (26 euro) o con il biglietto Pompeii, valido 1 giorno (22 euro)
lunedì-domenica dalle 9.00 alle 19.00 con ultimo ingresso alle 18.00

Come un canto funebre, viscerale e profondo, un’antica trenodia greca, che nell’alternanza di cori e voci soliste accompagnavano nell’ultimo saluto il defunto, così la mostra personale Pompeii Threnody di Cerith Wyn Evans (1958, Llanelli, Galles-UK) - che inaugura venerdì 18 luglio all’Antiquarium di Boscoreale - conduce il visitatore in un dialogo inconscio e involontario “con chi e con ciò che, in fondo, continua a vivere a Pompei”, rievocandone la perdurante vitalità della memoria. 
Pompeii Threnody è la prima mostra site-specific del programma Pompeii Commitment. Materie archeologiche appositamente pensata per l’Antiquarium di Boscoreale e Villa Regina, offrendone una nuova lettura dei luoghi attraverso il linguaggio della contemporaneità.
Pompeii Threnody esplora la memoria, il tempo e la trasformazione, elementi centrali nell’opera dell’artista gallese, tra i più raffinati e poetici del panorama internazionale.
Dodici le opere in mostra, di cui dieci appositamente realizzate per l’occasione, in un dialogo suggestivo tra materia archeologica e immaginario contemporaneo. Tra queste:

  • nove fotoincisioni dedicate ai cipressi della piana del Sarno, che evocano la dimensione geologica e memoriale del paesaggio vesuviano;
  • un’installazione luminosa ispirata al carro cerimoniale rinvenuto a Civita Giuliana, con il celebre palindromo latino IN GIRUM IMUS NOCTE ET CONSUMIMUR IGNIAndiamo in tondo nella notte e siamo consumati dal fuoco
  • due lampade-scultura in forma di palme dorate, poste nel patio dell’Antiquarium, in dialogo con l’architettura della vicina Villa Regina.

Il percorso di visita è introdotto dalla statua bronzea di un efebo lampadoforo. Le sue labbra recano solo alcune tracce dell’antica colazione dorata, ricordo frammentario ed eco soffusa di una materia e di una celebrazione vitali ormai quasi, ma non ancora del tutto, scomparse. Lo stesso colore ci accompagna, come una traccia riportata sui muri, nel percorso
Salite le scale, nella prima sala al 1° piano è esposta la serie di nove fotoincisioni Pompeii Threnody (The Ancient Cypress Trees of the Sarno Plain), in cui sulla carta appaiono dettagli dei resti fossilizzati di antichi cipressi della piana del fiume Sarno.
Nelle parole dell’artista, “dettagliando la profonda bellezza di questi esemplari naturali, preservati e venerati”, le fotoincisioni sono “studi altamente estetizzati, formalmente severi, ed elegantemente presentati, meditazioni sulla messa in luce della materia occlusa. Allo stesso modo, gli alberi (radici) scavati ed esposti (agli elementi) vengono qui documentati, arrestati ed esposti (all'ambiente fotochimico). Rappresentazione della pulsione a contenere e catturare, a reificare e abitare con il feticcio, a soffermarsi sulla sua meraviglia organica trascendente, sul suo status e capacità di produrre stupore: Sic transit…”.
Come tecnica artistica, la fotoincisione corrisponde a un procedimento fotografico di stampa in piano su lastra di zinco, in cui l’immagine non viene disegnata come nelle normali incisioni, ma fotografata su uno strato di vernice sensibile, poi steso su una lastra tipografica. Utilizzando la tecnica combinatoria e processuale della photogravure (fotoincisione), Wyn Evans condensa in una matrice multipla e in un impasto paziente, sia il tempo passato che il tempo presente, sia la consistenza naturale che quella culturale di queste antiche radici, sopravvissute a un’eruzione vulcanica e conservate ora in Antiquarium museale. Qui divengono per l’artista dei memoriali interspecie dell’attivismo di queste materie organiche antiche, ma anche la testimonianza della loro disponibilità a trasformarsi in possibili documenti storici e in meditazioni sul mistero di ciò che definiamo come “opera d’arte”.

Nella contigua sala al 1° piano è allestito il carro di Civita Giuliana rinvenuto nel 2021, il quale costituisce l’apice e il fulcro della mostra. Qui viene esposta una delle versioni della serie di opere di Wyn Evans intitolate IN GIRUM IMUS NOCTE ET CONSUMIMUR IGNI, 2025, sempre diverse per dimensioni e colore della luce, nelle loro varie iterazioni. Questa ulteriore versione prende le dimensioni dalle ruote del carro di Civita Giliana e assume il colore e la temperatura di 6500 Kelvin: ‘daylight’, ovvero luce del giorno.

 L’artista commenta: “Il famoso palindromo latino (a cui fui introdotto dall’autore situazionista francese Guy Debord, che ne fede il titolo di un suo film) è variamente tradotto in inglese spesso come “Andiamo in tondo nella notte e siamo consumati dal fuoco”. Ricordando il ‘mito’, ancora e ancora l'Eterno Ritorno, l'infrastruttura temporale del trauma... è condannata alla ripetizione. Qui torniamo a un’opera ‘riciclata’ per essere reiterata a e su Pompei. Mi sono reso conto che l'opera ha trovato di fatto la sua casa, anche se sono tornato più volte su questa frase e ho realizzato, attraverso diverse iterazioni, opere con testo, immagini in movimento, neon, fuochi d'artificio… questa occasione di situare l'opera a Pompei porta con sé un significato e una pertinenza singolari non raggiunti in precedenza. L’opera ‘appartiene’ a Pompei. L’oscillazione sempre circolante, avanti e indietro, manifesta una singolarità come un ‘feedback’. Qui – in situ – corollario alle ruote immobilizzate del carro...  veicolo fantasma, costellato di ciò che sopravvive all'erosione del tempo...  come un'ulteriore fonte di luce da aggiungere alla squisita complessità delle ombre proiettate dall' armatura in Perspex nell’attuale display. Una cerimonia. Suona. Un epitaffio sospeso nel gas e nel vetro... con parenti in altri distretti del senso, come, ad esempio, la fotografia (un ritornello leggero). Un’interfaccia tra materia (artefatto materiale) e rappresentazione – il cardine su cui oscillano – l’‘attrito’ come contatto, il punto in cui ‘toccano’”.

A Boscoreale, l’opera diventa una ruota del tempo e la manifestazione dell’oscillazione perpetua e interconnessa di ogni materia, di ogni significato e di ogni rappresentazione.

La mostra comprende, infine, anche un passaggio più intimo che riporta la dimensione pubblica della mostra a una dimensione quasi domestica, in cui l’Antiquarium sembra prendere le sembianze e assecondare i comportamenti che avremmo potuto osservare nell’antica Villa romana accanto al museo.

Nel patio esterno che congiunge piano terra e 1° piano sono allestite due lampade della collezione dell’artista, oggetti di arredo moderno che riproducono i tronchi e le foglie di due palme dorate. Il riflesso luminoso delle loro silhouette metalliche si sparge lungo i muri perimetrali e accompagna con le sue vibrazioni le volute tracciate da alcuni pesci rossi nella vasca che, su un alto del patio, riproduce l’impluvium delle antiche domus. Chiudendo (o riaprendo?) il cerchio della mostra stessa, in questo angolo appartato e momento di quiete imprevista l’artista sembra cercare e far incontrare fra loro, come se fossero un’unica cosa luce e buio, istante e durata, presenza e assenza, storia e quotidianità, pubblico e privato, umano e non umano, come se l’Antiquarium e la Villa si fossero finalmente riuniti, e qualcuno ci stesse sussurrando, al contempo “benvenuti”, o “bentornati”?

Con la sua Trenodia di Pompei, Wyn Evans porta la propria storia e le proprie storie in quella e quelle di Pompei: un dialogo prezioso, o per meglio dire un “feedback” (per citare l’artista stesso), che rievoca e reincanta davvero lo spazio-tempo circolare pompeiano, il contesto dei suoi eterni ritorni, il suo sempre ritornante e sempre vivo percorso verso sé stesso. “Consumata dal fuoco” (come nell'antica eruzione evocata dai neon e dalle fotoincisioni contemporanei di Wyn Evans), Pompei è ancora qui, con i suoi carri e i suoi alberi, i suoi miti e la sua vita quotidiana, i suoi abitanti umani, animali, minerali e vegetali tutti eternamente insieme come compagni di uno stesso fato, qualcosa di spaventoso ma inevitabile, inquietante e onirico ma reale e rassicurante. E, quindi, alla fine, semplicemente giusto.

Due delle opere di Evans prodotte per la mostra – Pompeii Threnody (IN GIRUM IMUS NOCTE ET CONSUMIMUR IGNI) Pompeii Threnody (The Ancient Cypress Trees of the Sarno Plain), 2025 – entrano a far parte della collezione di arte contemporanea del Parco Archeologico di Pompei (Collectio), aggiungendosi a quelle delle artiste e degli artisti Simone Fattal, Lara Favaretto, Invernomuto, Luisa Lambri, Anna Maria Maiolino, Anri Sala e Wael Shawky.

La mostra è stata supportata da Nicoletta Fiorucci Foundation.

Photo credits Amedeo Benestante. Courtesy Cerith Wyn Evans e Parco Archeologico di Pompei

INFORMAZIONI AL PUBBLICO

Cerith Wyn Evans. Pompeii Threnody  
Antiquarium di Boscoreale 
19 luglio 2025 – 11 gennaio 2026
 
La mostra è stata supportata da Nicoletta Fiorucci Foundation.

A cura di: Andrea Viliani con Stella Bottai, Laura Mariano, Caterina Avataneo
Responsabile unico Procedimento: Silvia Martina Bertesago (Parco Archeologico di Pompei) 
Assistenza Curatoriale e Organizzativa: Anna Civale, Giorgio Motisi (Parco Archeologico di Pompei)
Supporto legale e amministrativo: Salvatore Zaza, Alfonso Salvati

CONTATTI PER LA STAMPA
Ufficio Stampa Parco Archeologico di Pompei
Ufficio Stampa Pompeii Commitment. Materie archeologiche
PCM Studio di Paola C. Manfredi
Via Farini, 71 | 20159 Milano | www.paolamanfredi.com 
Francesca Ceriani | francesca@paolamanfredi.com | T. +39 340 9182004

BIOGRAFIA ARTISTA

La pratica concettuale di Cerith Wyn Evans incorpora un’ampia varietà di media, spesso esplorando la relazione tra luce e testo, tra pensiero e significato per creare scenari in cui gli spettatori prendano consapevolezza della loro stessa presenza.

Le prime opere di Wyn Evans utilizzavano film e video, creando ambienti di “cinema espanso” che spesso comprendevano la collaborazione di performer. Dagli anni Novanta il suo lavoro esplora il rapporto tra linguaggio e spazio, tra temporalità e fenomenologia della percezione, caratterizzata quest’ultima dalla precisione e chiarezza formale con cui l’artista si relaziona al contesto di una particolare sede espositiva. Concatenazioni di riferimenti a testi, partiture e gesti sono evocati e intrecciati nella creazione di una vera e propria “mise en scene” complessiva. Le situazioni vengono costruite... le occasioni vengono messe in scena. 

Per Wyn Evans, le installazioni funzionano come un catalizzatore: un serbatoio di potenziali significati che si dipanano in molteplici viaggi discorsivi. Inoltre, il suo lavoro ha un'estetica altamente raffinata in cui riverbera il suo costante interesse per l'architettura e la musica, per campi apparentemente disparati come la progettazione di fontane e il teatro tradizionale giapponese, la traduzione, l'astronomia, la psicoanalisi e il codice Morse. Le sue opere sfruttano il potenziale di un incontro "per suscitare fantasticheria". Oggetti ed esperienze sono giustapposti e disposti "in concerto" invitando a formulare e condividere molteplici riflessioni e interrogativi. Le mostre stesse sono pensate per occupare e promuovere "un'arena di contraddizioni, in cui desiderio e realtà si abbracciano".

Tra le mostre personali recenti: Centre Pompidou-Metz, Metz (2024); Espace Louis Vuitton, Tokyo; Sogetsu Kaikan, Tokyo; Taka Ishii Gallery, Tokyo; Marian Goodman, Parigi e New York (tutte 2023); Mostyn, Llandudno (2022); Aspen Art Museum, Aspen (2021); POLA Art Museum, Hakone; Galerie Buchholz, Cologne; White Cube Bermondsey, Londra (tutte 2020); Pirelli HangarBicocca, Milano (2019); Sogetsu Kaikan, Tokyo; Museo Tamayo, Città del  Messico (entrambe 2018); Tate Britain Commission, Londra (2017); Marian Goodman, Parigi (2017); White Cube Bermondsey, Londra; Museion, Bolzano (entrambe 2015); Serpentine North Gallery, Londra (2014); TBA-21 Augarten, Vienna (2013); De La Warr Pavillion, Bexhill-on-Sea (2012); Kunsthall Bergen, Bergen (2011); Tramway, Glasgow (2009); Inverleith House, Edinburgh (2009); MUSAC, Leon (2008); Musée d’art moderne de la Ville de Paris, Parigi (2006) e Kunsthaus Graz, Graz (2005). Ha inoltre partecipato a importanti mostre collettive periodiche e Biennali, fra cui: Biennale di Venezia (2017, 2010, 2003), Skulptur Projekte Münster (2017); Moscow Biennial (2011); Aichi Triennale (2010); Yokohama Triennale (2008); Istanbul Biennial (2005).

Cerith Wyn Evans vive e lavora a Londra.

  • La Villa rustica di Boscoreale (denominata Villa Regina dal nome di una limitrofa masseria ottocentesca, che anche l’architetto Le Corbusier schizzò in un suo disegno, realizzato durante un suo viaggio del 1911) ci immerge nell’organizzazione agricola dell’agro (ager) vesuviano, di cui questa villa costituisce uno delle testimonianze archeologiche meglio preservate. Scoperta nel 1977, scavata fino a riportarla completamente in vista e in parte ricostruita fra il 1978 e il 1980, la villa è circondata da un vigneto e da alcune strade che ancora recano i solchi di un antico carro da traporto (plaustrum). Dotata originariamente anche di un piano superiore, l’impianto originario della villa risale al I sec. A.C, anche se fu ampliata almeno due volte, nell’epoca augustea e giulio-claudia. La produzione di vino era l’attività principale di questa vera e propria fattoria, come documentano la vasca di pigiatura (calcatorium), i locali del torchio ligneo (torcular) e la cella vinaria con i suoi orci fittili infossati (dolia defossa).
  • L’Antiquarium di Boscoreale

Con Antiquarium si indica una struttura museale, anche provvisoria, ubicata all’interno o al limite di un’area archeologica. La sua funzione è sia quella di un museo di prossimità, che preserva e contestualizza in situ (ovvero sul luogo di rinvenimento) le scoperte archeologiche, sia di uno strumento di lavoro che coadiuva, anche temporaneamente, le attività di scavo durante il loro stesso svolgimento, di cui diviene, quindi, la prima piattaforma di studio, restauro, catalogazione in situ. Istituito nel 1991 su impulso della scoperta della Villa, e costruito in un edificio ad essa adiacente, l’Antiquarium di Boscoreale illustra la vita quotidiana e l’ambiente, al contempo naturale e culturale, della campagna vesuviana, un habitat particolarmente fertile e, quindi, favorevole all’insediamento umano e al proliferare e radicarsi delle sue attività. I reperti esposti furono rinvenuti, in eccezionale stato di conservazione, sotto una coltre di cenere e lapilli durante gli scavi effettuati tra la fine del XIX ed i primi decenni del XX secolo in alcune case (domus) di Pompei e nelle ville rustiche e signorili dell’area circostante (Boscoreale, Ercolano, Oplontis, Terzigno, Stabiae), documentando consuetudini e stili di vita, condizioni sociali e economiche, gusti estetici, nonché la vita animale e vegetale (scomparsa o trasformatasi dopo l’eruzione del  79 d.C.) delle aree agricole e pastorali che sorgevano intorno alla Pompei romana. Dal 2023 il percorso comprende al primo piano una sala dedicata agli scavi in corso nella Villa suburbana di Civita Giuliana: qui è esposto il carro cerimoniale, rinvenuto nel 2021. 

  • Pompeii Commitment. Materie archeologiche
Pompeii Commitment. Materie archeologiche è il primo programma d’arte contemporanea istituito dal Parco Archeologico di Pompei, dedicato a promuovere lo studio interdisciplinare e sperimentare nuove modalità di valorizzazione della “materia archeologica” conservata nelle aree di scavo e nei depositi di Pompei. Avviato nel 2020, il programma riconfigura il sito archeologico di Pompei e degli altri siti connessi quali piattaforme in cui supportare forme alternative di conoscenza, delineando una molteplicità di funzioni fra loro connesse e in continua espansione. Sul portale pompeiicommitment.org sono stati pubblicati fra il 2020 e il 2025:

  • contributi che articolano proposte e possibili linee di azione (Commitment)
  • ricerche artistiche e curatoriali condotte a distanza e in situ (Digital Fellowship),
  • testimonianze dal vivo e in tempo reale del personale del Parco (Fabulae),
  • documenti storici (Historiae),
  • il catalogo in divenire di un immaginario museo fondato sul patrimonio archeologico custodito nei depositi (Inventario),
  • un’ipotetica biblioteca che unisca passato, presente e futuro (Biblioteca di Archeologia e Futurologia).

Contestualmente il programma prevede la commissione di nuove opere d’arte per la collezione in formazione di arte contemporanea del Parco Archeologico di Pompei (Collectio).

Tutti questi progetti corrispondono quindi a dipartimenti dedicati alla condivisione delle potenzialità espressive e conoscitive della “materia archeologica” pompeiana, rivolgendosi a tutte le tipologie di pubblico – anche quello che non visita fisicamente il Parco – approfondendo la definizione stessa di che cosa intendiamo per archeologia e per contemporaneità.

L’artista e il Parco Archeologico di Pompei desiderano ringraziare Nicoletta Fiorucci e Nicoletta Fiorucci Foundation per il generoso supporto alla mostra e al  programma Pompeii Commitment. Materie archeologiche  Pompeii - Parco Archeologico

giovedì 24 luglio 2025

Festival delle Ville Vesuviane 2025

Tra cortili di tufo, loggiati in penombra e giardini odorosi di limoni, il Festival delle Ville Vesuviane 2025 si prepara a vivere la sua ultima, intensissima settimana di programmazione. Una chiusura all’altezza del successo riscosso in questa 36ª edizione, dove l’arte ha saputo fondersi con l’eleganza senza tempo delle ville del Miglio d’Oro, offrendo al pubblico un’esperienza che è andata ben oltre lo spettacolo.

Applausi sinceri, occhi lucidi, partecipazione vera: così il pubblico ha vissuto le serate appena trascorse, segnate da un caleidoscopio di emozioni, tra musica, teatro e danza. Una partecipazione affettuosa, confermata da un entusiasmo crescente che premia la visione del direttore artistico Bruno Tabacchini, capace di orchestrare un cartellone di alta qualità in sinergia con il presidente Gennaro Miranda e con il Consiglio di Gestione della Fondazione Ente Ville Vesuviane. E ora, in questo atto finale, il sipario si alza su un ultimo ciclo di eventi che si annuncia carico di suggestioni.
  • Mercoledì 23 luglio, ancora a Villa Campolieto, ore 19:30, Cloris Brosca e Gianni De Feo sono gli interpreti di “La Rosa non ci ama – Carlo Gesualdo vs Maria D’Avalos”, testo di Roberto Russo, regia di Gianni De Feo.
  • Giovedì 24 luglio, il Festival raddoppia e si sdoppia. Alle ore 19:30, Palazzo Vallelonga a Torre del Greco ospita il monologo “Lucia Migliaccio – Regina senza corona nel regno di Ferdinando IV di Borbone”, scritto da Massimo Andrei e interpretato da Antonella Romano, che firma anche l’installazione scenica. È il ritratto appassionato e solenne di una donna nobile e dimenticata, che sfidò la storia e le convenzioni per diventare, senza mai esserlo ufficialmente, la moglie di un re. Alle 21:00, nella magica cornice di Villa Mascolo a Portici, spazio alla musica con il concerto di Roberto Colella – voce e anima de “La Maschera” – in un’esibizione inedita e intima, accompagnato dall’eleganza degli Ondanueve Strings Quartet e dalle ritmiche vibranti di Michele Maione. Una serata da vivere come un abbraccio collettivo, tra melodia, passione e poesia partenopea.
  • Venerdì 25 luglio, alle ore 21:00, a Villa Campolieto arriva “Il canto del mare”, omaggio in parole e note ad Andrea Camilleri, firmato e interpretato da Maurizio De Giovanni, con Marco Zurzolo,Rosaria De Cicco, Paolo Cresta, Marianita Carfora e Enzo Grimaldi. Un affresco poetico, tra ricordi e suggestioni, dove la parola dello scrittore partenopeo si intreccia con l’eco struggente del grande maestro siciliano.
  • Sabato 26 luglio, alle 21:00, la musica torna protagonista con il concerto di Peppe Barra a Villa Mascolo. Con lui, sul palco, Paolo Del Vecchio, Luca Urciuolo, Ivan Lacagnina, Sasà Pelosi e Francesco di Cristofaro. Sarà un viaggio senza tempo, tra canto popolare e teatro musicale, dove ogni gesto e ogni suono diventano rito, identità, radice.
  • Infine, domenica 27 luglio, il gran finale: alle 19:30, ancora a Villa Campolieto, la compagnia Infinito Petito porta in scena “Na campagnata ‘e tre disperate” di Antonio Petito, con Vittorio Passaro,Rosario D’Angelo, Maria Teresa Iannone,Vincenzo Bove e Vincenzo Vecchione. L’adattamento è di Gennaro Morrone, la regia di Riccardo Citro. È la fame, motore comico e disperato di questa farsa fisica e corrosiva, a dominare il racconto.
  • A chiudere il sipario, alle ore 20:30, la prima nazionale dello spettacolo di danza “Il sogno di Pulcinella”, firmato nella coreografia da Luigi Martelletta e interpretato dalla Compagnia Nazionale di Balletto. Un viaggio visionario, tra storia e immaginazione, dove la maschera per eccellenza della commedia dell’arte incontra lo spirito di Masaniello in una Napoli senza tempo. Una coreografia dell’anima, dove la ribellione e la follia si danno la mano.
Il Festival delle Ville Vesuviane si congeda così, con grazia e forza, dalla sua platea affezionata. Lo fa lasciando, come ogni grande spettacolo, un senso di nostalgia e pienezza, il ricordo di un’estate che ha saputo coniugare bellezza e memoria, arte e verità.
Roberto Colella a Portici il 24 luglio nel Teatro all"aperto di Villa Mascolo nell'ambito del Festival delle Ville Vesuviane. Info e biglietti presso Fondazione Ente Ville Vesuviane, online su etes.it - Enzo Cuomo Sindaco

Nel cuore del Miglio d’Oro, tra ville settecentesche e cortili che sanno di storia, il Festival delle Ville Vesuviane continua a raccogliere consensi e applausi. Con le prime serate di programmazione si è registrato un grande coinvolgimento da parte del pubblico, sempre più affascinato dalla commistione di arti sceniche, musica, poesia e architettura barocca. Il successo delle serate appena trascorse, ha confermato la qualità e la varietà della proposta artistica. Pubblico numeroso, clima di festa e autentica partecipazione hanno reso ogni evento un’esperienza culturale e sensoriale. Grande attesa, dunque, per il nuovo ciclo di appuntamenti voluto dal direttore artistico Bruno Tabacchini in sinergia con il presidente Gennaro Miranda e il Consiglio di Gestione della Fondazione Ente Ville Vesuviane. 

Martedì 15 luglio, nella splendida Villa Campolieto, andrà in scena in prima nazionale “Il fuoco di Pound”, testo di Roberto Russo con Gigi Savoia, Francesco Maria Cordella e Graziano Purgante, per la regia di Fabrizio Bancale e le musiche originali di Stefano Gargiulo: un ritratto teatrale acceso e controverso del poeta Ezra Pound, sospeso tra genio e follia, arte e dannazione. 


Mercoledì 16 luglio, sempre a Villa Campolieto, l’appuntamento sarà con Il futurismo di Tommaso Marinetti e “Spariamo da ogni luogo mefitico di mediocrità” un’intervista impossibile concepita da Corrado Veneziano con la partecipazione di Francesca Barbi Marinetti, nipote dell’autore del Manifesto del Futurismo. Un progetto originale e avanguardista che vede in scena Marco Prosperini nei panni di Marinetti, in un viaggio tra parole, immagini e provocazioni d’epoca. 


Giovedì 17 luglio, a Palazzo Vallelonga, spazio alle sonorità popolari rivisitate con “Concerto delle Due Sicilie”: tamburi, corde e voci con Patrizio Trampetti, Alfio Antico e Jennà Romano per un’evocazione musicale che attinge alla memoria dei popoli mediterranei, in un intreccio tra tradizione e sperimentazione.

 

Venerdì 18 luglio, a Villa Campolieto, l’ensemble NeaCo’ con “favola in forma di concerto” proporrà un’antologia della canzone napoletana in chiave moderna, con riletture innovative che passano dal blues alla world music, evocando un’antica Napoli senza tempo. 

  • Sabato 19 luglio, l’appuntamento sarà a Palazzo Bisignano, dove Ciro Sciallo darà voce al suo recital “Tra le rughe del mio cuore”, tratto dal libro omonimo. Un racconto tra poesia e canzone, dove i ricordi diventano note e il vissuto si fa teatro.  
Infine, domenica 20 luglio, doppio appuntamento a Villa Campolieto:


alle 19:30, Infinito Petito – “Tre surice dint’ a no mastrillo”, diretto da Riccardo Citro, rilegge in chiave contemporanea il Pulcinella di Antonio Petito, tra commedia e riflessione sociale; 

  • a seguire, alle 20:30, il Gran Galà della danza firmato dalla compagnia Almatanz, con un programma che spazia tra repertori classici e virtuosismi moderni, protagonisti danzatori nazionali e internazionali. 
La rassegna, ideata e promossa dalla Fondazione Ente Ville Vesuviane, proseguirà fino al 27 luglio, continuando a raccontare – attraverso la magia delle arti – la grande bellezza delle dimore borboniche del golfo.

ERCOLANO - Villa Campolieto | 27 LUGLIO 2025 Na campagnata ‘e tre disperate di Antonio Petito

27 LUGLIO 2025 | VILLA CAMPOLIETO | ERCOLANO ORE 19:30

TEATRO

NELLE STANZE DEL DUCA DI SANGRO

INFINITO PETITO

Na campagnata ‘e tre disperate di ANTONIO PETITO 

con Rosario D’Angelo, Diego Consiglio, Maria Teresa Iannone, Vincenzo Bove, Vincenzo Vecchione

adattamento Gennaro Morrone

regia Riccardo Citro

“Na campagnata ‘e tre disperate” è un piccolo vaudeville della miseria, una farsa affamata, una commedia fisica che affonda i denti in un bisogno primario e universale: la fame. Tre attori comici, fuori contesto, si aggirano come fantasmi tragicomici nella campagna napoletana, sospinti non da nobili ideali o grandi sogni, ma da un’ossessione concreta e brutale: mettere qualcosa sotto i denti. Il tono è dichiaratamente grottesco, sopra le righe. Il cibo diventa metafora di tutto ciò che manca: lavoro, dignità, amore, senso. Ma non c’è tempo per piangere: si ride, si inciampa, si improvvisa. L’arte del sopravvivere si confonde con l’arte di arrangiarsi, e così la fame si trasforma in motore scenico, in pretesto per il gioco comico, in energia disperata e buffa. I personaggi sono caricature vive, scolpite nella materia stessa del teatro popolare: clown malinconici travestiti da furbastri. L’impianto scenico essenziale, dove il corpo dell’attore, il ritmo e l’esattezza del gesto comico diventano protagonisti. Non c’è bisogno di orpelli: questa è una farsa che cammina sulle gambe degli interpreti, sul tempo delle entrate e delle uscite, sulle pause, sugli sguardi, sui silenzi carichi di fame e di equivoci. Questa “scampagnata” è, in fondo, un teatro povero che racconta la povertà con intelligenza e sarcasmo, senza pietismi. Una piccola odissea dell’arrangiarsi, che sfida il pubblico a ridere della disperazione (ma anche a riconoscerla). Perché in ogni tentativo maldestro di scroccare un pranzo, in ogni trovata improbabile per sfuggire al conto, c’è qualcosa di profondamente umano. Ridicolo, certo. Ma anche tenero. E tragicamente vero. Comunicato Stampa 

  • SPETTACOLO TEATRALE E SPETTACOLO DI DANZA
  • INTERO: € 5,00
  • RIDOTTO UNDER 25 E OVER 65: € 3,00
  • Biglietteria fisica la sera dello spettacolo dalle ore 18:00

mercoledì 23 luglio 2025

CONVENZIONE MARE&VELA&TURISMO ...SULLA COSTA DEL VESUVIO

Le associazioni vesuviane Circolo Nautico Arcobaleno Torre Annunziata e rete di Ospitalità Diffusa per un Turismo di Qualità - AreV-OD - - hanno siglato una Convenzione al fine di offrire i servizi delle migliori strutture ricettive turistiche presenti sul territorio vesuviano, in favore di coloro che partecipano a Eventi/Regate/Iniziative varie che il Circolo Nautico mette ogni anno in campo ...rectius a mare!!! 
Il  Circolo Nautico Arcobaleno si è distinto, negli anni, per il contributo alla valorizzazione e promozione della risorsa mare, dello sport della vela e nella educazione all'ambiente ed alla sostenibilità di un pubblico sempre più vasto, fatto per lo più da giovani praticanti 

AreV-OD, al contempo, che riunisce strutture ricettive extra-alberghiere del comprensorio vesuviano, persegue l’intento di valorizzare il patrimonio turistico, ambientale, storico, culturale del territorio. 

AreV-OD, pertanto, è ben lieta di porsi al fianco del "Circolo Nautico Arcobaleno" per la nobile causa della promozione di una sempre migliore immagine e percezione dei nostri Territori.

Tale iniziativa rientra a pieno titolo tra quelle per l'attuazione del "Manifesto dell'Ospitalità Diffusa Vesuviana"

Nelle foto alcuni momenti della sigla della Convenzione

23/07/2025 > Ospitalità Diffusa per un Turismo di Qualità - AreV-OD


lunedì 21 luglio 2025

Ercolano | Osservatorio vesuviano | Mav - Museo Archeologico Virtuale

Osservatorio vesuviano

E’ la prima struttura al mondo creata per studiare i fenomeni vulcanici nel 1841 da Ferdinando II di Borbone. Lo storico edificio in stile neoclassico, circondato da un giardino con la vegetazione dell’area vesuviana, conserva ed espone, gli strumenti scientifici e gli oggetti lasciati in dono da un plurisecolare lavoro d'indagine.

Inoltre ospita "Vesuvio: 2000 anni di osservazioni" una mostra che raccoglie filmati, materiale iconografico e prodotti delle eruzioni vulcaniche oltre a consentire l'osservazione in tempo reale dei dati sismici e geochimici registrati dalla rete di sorveglianza dell'Osservatorio.

La Biblioteca raccoglie materiale bibliografico riguardante in particolare la vulcanologia, la sismologia e la meteorologia, ma pure la paleontologia e la botanica , collezione di periodici e monografie.

Sito ufficiale: http://www.ov.ingv.it/ov/

> MAV-Museo Archeologico Virtuale di Ercolano

A pochi passi dagli scavi archeologici dell’antica Herculaneum sorge il MAV, un centro di cultura e di tecnologia applicata ai Beni Culturali e alla comunicazione, tra i più all’avanguardia in Italia.

Al suo interno si trova uno spazio museale unico e straordinario: un percorso virtuale e interattivo dove vivere l’emozione di un sorprendente viaggio a ritroso nel tempo fino a un attimo prima che l’eruzione pliniana del 79 d.C. distruggesse le città romane di Pompei ed Ercolano.

Oltre settanta installazioni multimediali restituiscono vita e splendore alle principali aree archeologiche di Pompei, Ercolano, Baia, Stabia e Capri.

Attraverso ricostruzioni scenografiche, interfacce visuali e ologrammi, il visitatore è condotto in una dimensione virtuale, dove sperimentare in modo ludico ed interattivo le nuove opportunità che la tecnologia multimediale offre alla fruizione del patrimonio archeologico.

Il MAV è un luogo didattico e conoscitivo, dove il reale e l’immaginario si incontrano per dare vita a nuove modalità di apprendimento e di intrattenimento.

Il museo sorge in una un’area di 5.000 m.q. su 3 livelli, ubicato nel cuore di Ercolano in prossimità delle principali attrattive turistiche della città: gli scavi archeologici, il famoso mercato vintage di Resina, il Parco Nazionale del Vesuvio e il Miglio d’Oro, il tratto di costa ai piedi del vulcano, lungo il quale sorgono le splendide ville settecentesche, pregevoli esempi del barocco napoletano.

Sito ufficiale: http://www.museomav.it/

Somma Vesuviana - Santa Maria a Castello | Percorso Vita Easy, il primo itinerario sportivo attrezzato all’aperto nel Parco Nazionale del Vesuvio

È stato inaugurato mercoledì 16 luglio 2025 alle ore 18, nella suggestiva piazzetta di Santa Maria delle Grazie a Castello, il Percorso Vita Easy, il primo itinerario sportivo attrezzato all’aperto all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio.

Un progetto che unisce sport e rispetto per l’ambiente

Il Percorso Vita Easy nasce come progetto pilota del programma nazionale “Percorsi Vita nei Parchi”, promosso da Federparchi, in collaborazione con COREPLA e Procter & Gamble. L’obiettivo è chiaro: rendere accessibili le attività motorie all’interno delle aree protette, valorizzandole in chiave sostenibile e coinvolgendo la comunità locale.

Le strutture del percorso, tutte realizzate in plastica riciclata, rappresentano un esempio concreto di economia circolare e attenzione ambientale. Il progetto punta a promuovere benessere fisico, salute e educazione alla sostenibilità, trasformando la montagna in una palestra naturale.

  • 12 stazioni per ogni età e livello

Il tracciato “Easy” è composto da 12 stazioni attrezzate per esercizi motori, accompagnate da pannelli esplicativi che guidano i visitatori. Il percorso è stato pensato per persone di tutte le età e livelli di allenamento, in un’ottica graduale e inclusiva.

È inoltre già prevista un’implementazione del tracciato Easy con nuovi attrezzi, per arricchire ulteriormente l’offerta sportiva e rafforzare la presenza di aree fitness nel Parco.

  • Santa Maria a Castello: una scelta simbolica

La scelta della località di Santa Maria a Castello, nel cuore del Monte Somma, non è casuale. Questa frazione alta di Somma Vesuviana rappresenta un luogo ricco di storia, spiritualità e tradizioni popolari. Un contesto ideale per dare il via a un progetto che coniuga natura, benessere e partecipazione.

  • Le parole del Presidente De Luca

Durante la presentazione, Raffaele De Luca, Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, ha dichiarato:

Con l’inaugurazione del Percorso Vita Easy sul Monte Somma prende avvio un progetto pilota che mira a coniugare benessere, sostenibilità e fruizione consapevole delle aree protette. Abbiamo scelto di partire da Santa Maria a Castello, un luogo simbolico per la comunità di Somma Vesuviana, che da sempre vive un legame profondo con il Monte Somma, testimoniato da riti e tradizioni che raccontano la storia della montagna e della sua gente.

Il Presidente ha inoltre ringraziato Federparchi e il Comune di Somma Vesuviana, che hanno consentito la realizzazione di questo progetto.

Come Ente – ha concluso De Luca – crediamo fortemente nella promozione di uno stile di vita sano, accessibile e rispettoso dell’ambiente: un modo concreto per vivere il Parco Nazionale del Vesuvio, in armonia con la natura.

  • Un evento partecipato e sentito dalla comunità

All’inaugurazione hanno preso parte il Presidente del Parco, il Sindaco di Somma Vesuviana, i rappresentanti dell’amministrazione comunale e i referenti di Federparchi.

Il Percorso Vita Easy sul Monte Somma rappresenta un modello replicabile di come lo sport all’aria aperta possa dialogare con la sostenibilità, valorizzando allo stesso tempo il territorio e la sua comunità. Ente Parco Nazionale del Vesuvio