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martedì 21 ottobre 2025

Con la firma ufficiale del sindaco di San Sebastiano al Vesuvio, sale a dodici il numero dei Comuni vesuviani che hanno aderito al Progetto Vesuvio

Con la firma ufficiale del sindaco di San Sebastiano al Vesuvio, sale a dodici il numero dei Comuni vesuviani che hanno aderito al Progetto Vesuvio, promosso dalla Fondazione Convivenza Vesuvio in collaborazione con l’Intergruppo parlamentare Sud Aree Fragili e Isole Minori, presieduto dall’onorevole Alessandro Caramiello. Il protocollo, già sottoscritto da Ottaviano, Terzigno, Ercolano, Torre del Greco, Cercola, San Giorgio a Cremano, Boscoreale, Massa di Somma, Pollena Trocchia, Torre Annunziata e San Giuseppe Vesuviano, rappresenta oggi 400.000 cittadini su 515.000 della zona rossa vesuviana. «Oggi – ha dichiarato il Dr. Vincenzo Coronato, presidente della Fondazione Convivenza Vesuvio – si aggiunge un altro tassello fondamentale alla nostra battaglia di civiltà. Non si tratta solo di sicurezza, ma di logica. L’evacuazione al Nord significherebbe la frammentazione delle famiglie, la perdita delle radici, la distruzione di un tessuto sociale, economico e affettivo costruito in secoli di convivenza. Noi chiediamo soprattutto la garanzia del business continuity, ossia continuare le proprie professioni in territori limitrofi in modo da rimanere contribuenti della regione, dello stato e dell’Europa e non trasformare i cittadini in profughi assistiti.

L’onorevole Caramiello, intervenuto a margine della firma, ha evidenziato il valore politico dell’iniziativa: «Il Sud non è più disposto ad essere soggetto passivo a decisioni che non gli sono confacenti. Questo protocollo nasce per garantire che i cittadini restino nel loro territorio, anche in caso di emergenza. Stiamo costruendo un modello di prevenzione che unisce sicurezza, identità e contravvenire a tutte le logiche europee di coesione sociale». Il sindaco di San Sebastiano al Vesuvio ha sottolineato come la decisione di aderire sia un gesto di responsabilità verso la propria comunità: «Abbiamo il dovere morale di tutelare la nostra gente. Non si può pensare di spostare centinaia di migliaia di persone in territori sconosciuti, lontani dai propri cari».

Con la nuova firma, il Progetto Vesuvio compie un balzo in avanti verso un piano di gestione condiviso e radicato nel Sud, che rispetta la storia, la dignità e la coesione delle popolazioni vesuviane e che soprattutto metta l’uomo al centro della progettualità.

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